L'uso delle maschere funebri è antichissimo. Si ritiene infatti che i volti di cera degli antenati, presenti nelle case degli antichi romani, derivassero, in buona parte, dai calchi dei volti dei defunti. Ciò consentiva di conservare l'immagine tridimensionale del viso dell'estinto. I calchi venivano compiuti con materiale che si rapprendeva con una certa rapidità, come il gesso. Il calco in gesso del volto funebre e della mano fu in uso fino al primo decennio del Novecento, anche se già si riteneva questo ricordo tridimensionale troppo macabro
Leggi tutto Maschere funebri, a cosa servivano, come venivano fatte. Ecco quella di ModiglianiA Milano, Palazzo Reale, quattrocento opere propongono una lettura non convenzionale di una stagione creativa tutt’altro che monolitica e conservatrice
Leggi tutto I cento volti del NeoclassicoHa riaperto nella città svizzera una delle più importanti case-museo del mondo, raro esempio di gipsoteca in perfetto stato di conservazione - Costruita a partire dal 1862 per volontà del grande scultore, dopo la morte di questi fu donata dal figlio Spartaco alla Confederazione elvetica - La moderna rivisitazione di Mario Botta ed un allestimento che presenta molte più opere che in passato, tra sculture, bozzetti, modelli, dipinti, fotografie - Una mostra inaugurale per «riscoprire» il genio dei Vela.
Leggi tutto Bellezze e verita’: nuova vita a Ligornetto per il Museo VelaContinua l’inchiesta di Stile tra i maggiori studiosi italiani sulle prospettive della storia dell’arte e delle dinamiche comunicative degli eventi - Caramel: “Credo ci sia oggi una sempre più diffusa disaffezione per la memoria del passato e per la considerazione dei suoi nessi col presente” - “I nuovi media sono preziosi, ma il rapporto diretto con l’opera resta sempre essenziale” - “Il futuro del mercato è Internet. Le gallerie? Sopravviveranno quelle specializzate e quelle più attente ai giovani”.
Leggi tutto Comunicare l’arte, tra reale e virtuale