Fatima Messana, bimba sulla Croce. Assurde indignazioni

Al Cassero la mostra della giovane scultrice - curata da Alfonso Panzetta - non declina torbidi violenti, ma è in grado di creare quel cortocircuito suscitato da un'opera d'arte incisiva, il cui fine è creare pensiero, meditazione, confronto. Il lavoro di Messana è una sorta di Natività, portata all'estremo punto del sacrificio. Non c'è violenza nella scultura, ma un'estrema dolcezza che appare tale anche sotto il profilo cristologico: l'uomo della Croce incarna chiunque soffre o sia perseguitato.

I media, travolti da un’apocalisse che colpisce i potentati cartacei, finanziati dallo Stato e da gruppi di potere economico, vacillano. E quanto più si trovano in una posizione precaria, tanto più cercano di gestire il flusso di un moralismo idiota e superficiale , di suscitare indignazione che diventa lapidazione. Nuovo oggetto del fuoco incrociato delle fumisterie redazionali è’ una scultura di Fatima Messana – giovane autrice selezionata per una bella mostra al Cassero di Montevarchi – che rappresenta una bambina legata al Crocifisso. A differenza delle opere di Cattelan – che puntano al sacro come luogo comune da distruggere attraverso l’humor nero – la scultura di Messana non declina torbidi violenti, ma è in grado di creare quel cortocircuito suscitato da un’opera d’arte incisiva, il cui fine è creare pensiero, meditazione, confronto. Il lavoro di Messana è una sorta di Natività, portata all’estremo punto del sacrificio. Non c’è violenza nella scultura, ma un’estrema dolcezza che appare tale anche sotto il profilo cristologico: l’uomo della Croce incarna chiunque soffre o sia perseguitato. Peraltro l’iconografia di una figura femminile crocifissa appartiene alla tradizione, passata persino attraverso il vaglio della Controriforma, come dimostra la crocifissione di Santa Giulia, realizzata  dalla bottega dei Carra, a Brescia nel XVII secolo.


Giovanni Carra (o bottega di)- Santa Giulia crocifissa, marmo di Carrara, metà XVII secolo, Brescia. Santa Giulia.
Giovanni Carra (o bottega di)- Santa Giulia crocifissa, marmo di Carrara, metà XVII secolo, Brescia. Santa Giulia.

La mostra “Fatima Messana X PNA ” è la prima di 3 personali di giovani scultori del progetto “Sculpure relay-al Cassero!” nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2013, realizzato dal Comune di Montevarchi e finanziato insieme alla Regione Toscana.
Nata nel 1986 in Russia, ma siciliana d’adozione e formatasi poi come scultrice all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Fatima Messana, vincitrice del primo premio di scultura al X PNA tenutosi nel 2013 a Bari, con le sue opere “shock”, è la protagonista del primo di tre eventi espositivi dedicati ad altrettanti giovani e apprezzati scultori nell’ambito del progetto “Sculpture Relay- al Cassero!”, realizzato dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, curato dal direttore scientifico de “Il Cassero” Alfonso Panzetta e finanziato insieme alla Regione Toscana nell’ambito di “Toscanaincontemporanea 2013”.
La scultrice Fatima Messana
La scultrice Fatima Messana

Personalità forte e determinata quella della 28enne Fatima, la cui attività espositiva inizia nel 2003, racconta nelle sue opere soprattutto violenza sui bambini e la condizione femminile attuale. Messana non usa filtri, il suo messaggio esprime in totale chiarezza la mostruosità di cui è capace l’uomo.
In «Innocence» (2008) la violenza è inflitta all’esile corpo di una bambina, stremato dal dolore e impotente e crocifisso. Il realismo dell’opera, realizzata in vetroresina e dipinta ad olio, è reso ulteriormente violento dalla presenza dei lunghi capelli veri.
Fatima sostiene fermamente di non trattarsi di un’opera blasfema, è un’opera che certamente vuole provocare.
Provocatoria è anche «Testiculos qui non habet Papa esse non posset» la seconda delle opere esposte al Cassero, inedita, terminata all’inizio del 2014. Una figura femminile in abito papale. Il titolo scelto dall’artista è una frase emblematica e un chiaro riferimento all’impossibilità che la sua creazione possa configurarsi realmente. La donna a capo della Chiesa: è arrivato il momento di una svolta anche in ambito religioso, che potrebbe finalmente porre fine alla supremazia maschile.
Fatima Messana, Testiculos qui non habet Papa Esse non posset, dimensioni reali, vetroresina
Fatima Messana, Testiculos qui non habet Papa Esse non posset, dimensioni reali, vetroresina

La terza ed ultima opera in mostra è «Capra!» (2012) scultura con la quale Messana vince il primo premio al X PNA del 2013. Esposta al Cassero nella sala miscellanea, attorniata dai ritratti della collezione permanente con i quali sembra dialogare. Si tratta di un busto d’uomo in vetroresina ricoperto di stoffa, ma con testa caprina.
Pubblico attorno alla scultura "Capra!"
Pubblico attorno alla scultura “Capra!”

L’idea di quest’ultima opera prende spunto dalla prolungata esclamazione – Capra ! – pronunciata dal critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi. L’intento dell’artista con «Capra!» è la manifestazione della vera ignoranza, ovvero del rifiuto, da parte dell’umanità, di conoscere i drammi sociali che affliggono il nostro tempo. Ad un’attenta osservazione, sulla giacca è presente una sagoma rossa, riconoscibile come il leone, simbolo della Biennale di Venezia. Possiamo dunque attribuire un ulteriore significato all’opera mantenendo i connotati di critica, questa volta il bersaglio però è il mondo dell’arte, specificatamente l’ambiente delle biennali, luogo elitario e circoscritto.
“I lavori di Fatima- spiega Alfonso Panzetta Direttore de “Il Cassero”- solo apparentemente sulla linea di ricerca provocatoria di Maurizio Cattelan, in diretto colloquio con la scultura otto-novecentesca nelle sale permanenti del Museo, rivitalizzano una delle più nobili funzioni che ha avuto l’arte a far capo dall’ultimo quarto del XIX secolo, quella di essere anche denuncia e urlo lancinante contro una società che pare aver perso i basilari fondamenti del rispetto e dell’armonia”.
La mostra di Fatima Messana è ospitata nelle sale de “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento” in Via Trieste n. 1 a Montevarchi (Ar), fino  al 9 marzo 2014  con i seguenti orari: giovedì e venerdì 10 -13; 15 -18, sabato e domenica 10 – 13; 15 – 19, primo giovedì del mese 21.30 – 23.30. Costo del biglietto 3 euro intero, 1 ridotto.
Info: tel.0559108274.
E-mail: info@ilcasseroperlascultura.it
sito web: www.ilcasseroperlascultura.it
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