Isabella Nurigiani è, con Carola Ducoli (sezione under 25) la vincitrice assoluta del premio Nocivelli con la scultura Colonna mobile.
Com’è nata quest’opera?
Ho preso un foglio di carta credendolo uno spazio realmente immacolato, vi ho tracciato sopra un segno, non un segno meditato, ma una traccia di un gesto privo di un’intenzionalità precisa. Osservando il risultato di questa prima interazione tra il segno generico e il suo specifico supporto materiale, si è modificato l’intero campo di relazione spaziale nel quale ero immersa. Poi mi sono orientata sulla applicazione alla materia.
Quale il progetto che l’ha mossa?
Quello che viene da me realizzato è in sostanza un fine che crea la forma. In altre parole, la trasfigurazione della realtà; dal momento che la realtà è soltanto una particolare organizzazione dello spazio, cerco di costruirlo, di riorganizzarlo a mio modo. In particolare ciò che muove il mio lavoro è una ricerca che tende a semplificare progressivamente la materia fino a renderla quasi una percezione di assenza di peso attraverso l’ondulazione, il movimento, il suono. Insomma renderla viva.
Con che tecniche o che materiali è stata realizzata?
Ho realizzato la scultura “colonna mobile” in ferro; materiale per il quale nutro una particolare attrazione perché, come dicevo prima, posso misurare leggerezza e flessibilità, equilibrio, rapporti tra pesi e forme che si nutre di mobilità.
La sua biografia artistica. Gli esordi, gli artisti a cui ha guardato, i mutamenti di stile, l’attuale produzione
Mi sono diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma in età matura, avendo fatto un percorso di studi assolutamente diverso, ma mi sono da sempre interessata e impegnata in attività artistiche, dunque gli esordi risalgono a circa 15 anni fa. Trovo l’inizio del secolo scorso sia quello che ha lasciato una traccia, un profumo di liaison intellettive, culturali così vive, che quasi quasi mi sarebbe piaciuto nascere in quel periodo. Ma, bando ai sogni, gli artisti a cui guardo con innamorato trasporto, forse dovuto e grazie ai miei professori, sono Brancusi, Giacometti, Melotti, più vicini Edoardo Chillida, Richard Serra, Eliseo Mattiacci, ma mi fermo qui, altrimenti rischio un elenco infinito. D’altronde una mappatura della ricerca artistica, soprattutto dell’ultimo periodo deve necessariamente fare i conti con un panorama caratterizzato da un numero mai così elevato di artisti in attività, che provengono da aree culturali lontane nel mondo globalizzato, che riesce difficile una ricerca della diversità.
Quali sono i progetti e gli obiettivi che si prefigge?
Di diventare bella e famosa, ahahahah, scherzo! Proseguire nella ricerca attraverso un confronto, attraverso lo studio e la partecipazione al sociale.
Cos’ha significato la partecipazione al premio Nocivelli?
Un’esperienza collettiva che mi ha reso molto felice visto il risultato. E, a tal proposito, colgo l’occasione per ringraziare la signora Maddalena Nocivelli per il grande impegno e l’amore che nutre per l’arte, dando l’opportunità ai giovani e non di potersi proporre e confrontare! Grazie!
Isabella Nurigiani, il ferro leggero e volatile come la carta
Stile intervista l'artista che si è aggiudicata, con una collega under 25, il Premio Nocivelli. Un viaggio nella materia che parte dal progetto di un segno lieve per sculture che si flettono, ondeggiano, suonano e vivono