
[I]l pittore napoletano Goffredo Godi, spesso indicato come ‘l’ultimo paesaggista’ per la sua ancora recente attività ‘en plen air’, s’è spento il 12 settembre, a Roma a novantatre anni.
Era nato in provincia di Salerno, ma dalla più tenera età e fino alla prima giovinezza era vissuto nel «miglio d’oro» vesuviano. Un anno fa in maggio aveva esposto nell’Istituto Italiano di Cultura a Strasburgo e nel settembre gli era stata ordinata una mostra antologica a Roma, dove viveva dal 1970, nelle sale del Vittoriano. Aveva partecipato a due Quadriennali di Roma negli anni Cinquanta.
La sua opera è stata commentata da numerosi studiosi: da Francesco Arcangeli, in quel decennio, a Gino Agnese, Lorenzo Canova, Carlo Fabrizio Carli e Stefano Gallo più recentemente. Goffredo Godi, combattente e prigioniero durante il secondo conflitto mondiale, si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Emilio Notte, un maestro che era stato nell’avanguardia futurista a Firenze e Milano. Aveva poi insegnato pittura nei licei artistici statali di Napoli e di Roma.
Fu più volte notato dalla critica come alcuni dei suoi migliori paesaggi, anche di Villa Borghese, rivaleggiassero con i paesaggi di Morandi.
