La tradizionale contrapposizione fra le “genti barbariche” considerate selvagge e quelle sedentarie, a cui invece corrispondevano ordine e norma, risale alle fonti più antiche, a cominciare da Omero. Tuttavia tale antinomia ci pare più letteraria che reale: lo splendore sfavillante dei gioielli, le armi impreziosite dall’oro e dalle gemme o i finimenti più ricchi per i cavalli, la sontuosità del vasellame cerimoniale da banchetto rappresentano di fatto simboli trasversali nello spazio e nel tempo di un’identica aspirazione all’autocelebrazione dei ceti più potenti