Germaine Richier, la figura umana divorata dal mondo
Dal 1945 al 1959, anno della sua scomparsa, Germaine Richier completa un intenso cammino muovendo da un’analisi espressionista delle figure, come ne L’Uomo foresta, grande (1945-46), L’Orco (1949), L’Uragana (1948-49), che testimoniano di un’avvenuta osmosi tra uomo e natura, ad una composizione più ascetica ma affascinata dalla rappresentazione della deformità (Il Diavolo, 1950, La Coppia, La Formica, 1953), metafora dell’impatto brutale tra le creature viventi e l’ambiente che le circonda
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