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25 settembre | Nasceva Mark Rothko. Quanto valgono oggi i quadri di Rothko, il pittore suicida divenuto un mito


 

Il suo vero nome era Markus Rotkowičs, troppo complesso per gli americani. Così a tutti fu noto come Mark Rothko (Daugavpils, 25 settembre 1903 – New York, 25 febbraio 1970). Un marchio assoluto della pittura del Novecento. Astrattista di prima linea, è uno dei pittori più celebrati del mondo.

Una storia di emigrazione

Storia di emigrazione, la sua. Nel 1913 lasciò con la famiglia, il paese d’origine, in Lettonia, e si trasferì a Portland, negli Stati Uniti. Tra il 1921 e il 1923 frequentò l’università di Yale, a New Haven, nel Connecticut. L’anno successivo abbandonò gli studi per trasferirsi a New York e nel 1925 studiò con Max Weber all’Art Students League.

L’esordio e le prime mostre

L’esordio come pittore avviene nel 1928, con la partecipazione a una collettiva allestita alle Opportunity Galleries di New York. Nel 1933 tornò a Portland per organizzare la sua prima personale, a cui seguì lo stesso anno un’altra personale a New York, presso la Contemporary Arts Gallery.

L’anno 1935: fondazione del gruppo “The Ten”

Fu uno dei fondatori del gruppo The Ten (1935), rivolto soprattutto a ricerche nell’ambito dell’astrazione e dell’espressionismo. Tra il 1936 e il 1937 dipinse su cavalletto per il Federal Art Project e conobbe Barnett Newman. Cominciò una stretta collaborazione con Gottlieb, sviluppando uno stile pittorico dal contenuto mitologico, figure piatte e derivate dal linguaggio artistico primitivo.

L’evolvere dello stile e il riconoscimento

Intorno al 1945 avvicinò il suo stile alle tecniche e alle immagini del surrealismo e, grazie a Peggy Guggenheim, poté allestire una personale alla galleria Art of This Century di New York. Il suo lavoro si concentrò sulle emozioni di base, spesso riempendo grandi tele di canapa con pochi colori intensi e solo piccoli dettagli immediatamente comprensibili. Per questo può anche essere considerato precursore dei pittori color field.

Collaborazioni e commissioni di prestigio

È infatti tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta che sviluppa il suo stile della maturità. Luminosi rettangoli colorati sembrano stagliarsi sulla tela librandosi al di sopra della sua superficie, come in Number 10. Tuttavia Rothko rimase semisconosciuto sino al 1960, sostenendosi insegnando arte, prima presso il Brooklyn Jewish Academy Centre e poi alla California School of Fine Arts di San Francisco.

Nel 1958 Ludwig Mies van der Rohe commissionò a Rothko di dipingere una serie di murales per il ristorante Four Seasons nel Seagram Building di New York, un progetto su cui lavorò per più di un anno.

La trasformazione di un progetto

Una volta ultimato, Rothko non fu felice di vedere le sue pitture come sfondo ad una sala da pranzo, quindi ne consegnò nove di quelle marroni e nere alla Tate Gallery, dov’è tuttora presente un’installazione permanente progettata dallo stesso Rothko. Nel 1967 collaborò nuovamente con l’architetto Philip Johnson ad una pittura murale per una chiesa di Houston, in Texas, realizzando quattordici lavori a tema per un’installazione ambientale.

La triste fine e il ricordo

Dopo una vita segnata dalla depressione, nel primissimo mattino del 25 febbraio 1970 si suicidò nel suo studio di New York, recidendosi le vene e l’arteria del braccio destro ed intossicandosi con due flaconi di idrato di cloralio. Il corpo venne rinvenuto dall’assistente Oliver Steindecker alle nove del mattino, che lo trovò in una pozza di sangue di fronte al lavandino e con accanto una lama da rasoio a doppio taglio; vennero poi subito contattati lo psichiatra dell’artista ed il suo cardiologo, il quale, dopo aver esaminato il cadavere, constatò che fosse deceduto dalle sei alle otto ore. Due giorni dopo si tennero i funerali. L’anno successivo venne inaugurata a Houston la Rothko Chapel nella chiesa in cui aveva esposto l’installazione a tema ambientale nel 1967. A seguito della sua morte la determinazione della sua eredità divenne il soggetto di un famoso caso giudiziario.

Un’eredità artistica e monetaria duratura

La fortuna di critica e di pubblico di Rothko è cresciuta senza sosta sino a farlo divenire negli anni 2000 uno degli artisti più costosi al mondo. Un suo quadro, White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose), è stato venduto nel maggio 2007 da Sotheby’s di New York per la cifra record di 72,84 milioni di dollari, andando più che a triplicare il precedente record dell’artista, stabilito nel novembre 2005 da Christie’s di New York con Homage to Matisse venduto per 22,41 milioni di dollari.​

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