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Il Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla (2014) , ha ospitato le opere del grande fotografo Terry OʼNeill con una retrospettiva intitolata Terry OʼNeill. Pop Icons. Una carrellata di ritratti che raccontano attraverso i volti dei miti del cinema, della musica, della moda, della politica e dello sport, la carriera artistica del fotografo britannico.
La mostra promossa dalla Fondazione Roma, prodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, ha offerto unʼulteriore testimonianza di come il culto della celebrità, leitmotiv degli anni ʼ60 – ʼ70, abbia notevolmente influenzato il lavoro degli artisti dellʼepoca. Inaspettatamente il lavoro di OʼNeill può essere accostato a quello di Andy Warhol ossessionato per le immagini e la notorietà, le cui opere sono esposte contemporaneamente a quelle del fotografo.
Lʼartista americano padre della Pop Art fin dallʼinfanzia colleziona autografi di star, presagendo il dilagare della mania dellʼimmagine. Nel suo studio, la famosa Factory, Warhol raccoglie intorno a sé un gran numero di artisti, scrittori, musicisti e figure underground e i ritratti scattati con la sua polaroid costituiscono la base dei suoi iconici dipinti fotografici. Curata da Cristina Carillo de Albornoz, la retrospettiva dedicata a Terry OʼNeill, ha presentato alcuni dei suoi lavori più celebri, 47 ritratti che documentano i momenti più intimi e naturali delle icone del pop degli ultimi 40 anni.
“Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto: la Londra degli anni 60. Avevi lʼimpressione che ogni giorno succedesse qualcosa di rivoluzionario” racconta Terry OʼNeill.
Nato a Londra nel 1938 può essere definito uno dei fotografi più celebri del nostro tempo che ha saputo cogliere, con straordinaria abilità, immagini autentiche e spontanee di molte delle leggende del Novecento; personaggi che hanno segnato la storia diventando delle vere e proprie icone. Politici, cantanti e attori con lui trovano la chiave perfetta per esprimere al meglio la loro personalità.
Collabora con riviste importanti come Rolling Stone e Vogue, e con altri celebri colleghi, tra cui David Bailey, Terence Donovan e Brian Duffy. Tutti autori di quelle fotografie che hanno immortalato la “Swinging London” di quegli anni. I suoi archivi, recentemente riordinati, rivelano la sua visione poetica della bellezza e del mito degli anni ʻ60 e ʼ70. I suoi scatti più belli sono spesso rubati dietro le quinte di set cinematografici e concerti, momenti informali nei quali i soggetti potevano sentirsi liberi di essere se stessi. OʼNeill entra letteralmente a far parte delle loro vite, trascorrendo con loro intere giornate in piena sintonia con il clima rilassato e disinvolto dellʼepoca.
La sua grande abilità nel gestire le pubbliche relazioni in rapporto allo star system insieme alla capacità di essere per i suoi soggetti un osservatore discreto, gli ha permesso di illustrare il successo dalla A alla Z. Lʼuso della più leggera e maneggevole 35mm, una novità assoluta per lʼepoca, lo ha aiutato a rendere il suo stile naturale e inconfondibile.
Terry OʼNeill, il cui sogno era diventare un batterista jazz, ha cominciato la sua carriera nel dipartimento di fotografia della British Airways nellʼaeroporto di Heathrow di Londra, dove fotografava i viaggiatori che arrivavano nel paese. Nel 1959 inizia a lavorare per il periodico Daily Sketch. Nel 1963, per lo stesso periodico, scatta la prima fotografia dei Beatles, negli studi di Abbey Road in occasione dellʼuscita del loro primo album Please Please me, per la prima volta un gruppo musicale appare sulla copertina di un periodico britannico. A questa foto ne seguono molte altre, dai Rolling Stones, a David Bowie ed Elton John. Nello stesso periodo ritrae le grandi icone della moda da Twiggy a Jerry Hall. A 26 anni decide di andare a Hollywood. I suoi amici, Micheal Caine e Richard Burton, gli aprono le porte del mondo del cinema, permettendogli così di immortalare star del calibro di Clint Eastwood, Paul Newmann, Sean Connerry e Robert Redford.
Vivendo tra i miti dello spettacolo e avendo con loro un rapporto di grande vicinanza e complicità, nei suoi cinquantʼanni di carriera OʼNeill realizza alcuni dei ritratti più autentici, da Frank Sinatra (fotografato nellʼarco di trentʼanni) a Elvis Presley, da Elton John a Bono Vox, da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, da Brigitte Bardot a Ava Gadner fino a Marlene Dietrich. Terry OʼNeill e Warhol hanno ritratto entrambi, in maniera stupefacente, gli stessi personaggi leggendari come Elvis Presley ed Elizabeth Taylor, per citarne solo alcuni. Tutti e due hanno cercato di cogliere ed esaltare lʼessenza di ciascuno dei loro soggetti esprimendone la grandiosità e consacrandoli a icone senza tempo.
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