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Adonai Sebhatu
I contadini
2019, 100×150 cm
Coppa Luigi –
Premio Nocivelli 2019
Si inizia da collage di vecchi, abbandonati disegni/progetti di architetti. Andando avanti si sovrappongono lucidi di odierne planimetrie di geometri e architetti mischiati con altrettanti lucidi di schemi di impianti elettrici (elaborati in digitale e stampati) e veri e propri circuiti stampati recuperati da materili di recupero (circuiti chiamati pcb situati comunemente all’interno delle tastiere del computer) il tutto accompagnato da sprazzi di pittura e schizzi di disegni a matita. Un dialogo tra lo spazio e la forma, il vecchio e il nuovo, lo scarto e il funzionale, il tecnologico e l’analogico, fanno emergere un immagine apparentemente antica di contadini. Il contadino simboleggia lo sforzo, il sacrificio e la forza di sopravvivere. La stessa sopravvivenza che l’artista vive costantemente per rimanere onesto con la propria sensibilità attraverso la ricerca di un archetipo.
Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica puoi immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Mi chiamo Adonai Sebhatu e sono nato a Bologna il 12/12/1986. Non posso definire un mio orientamento stilistico. Mi piace utilizzare e unire tutte le tecniche, convenzionali e non. Sono suggestionato dalla non dualità che dà origine a tutte le cose e cerco di applicarlo su tutti e tre gli elementi con compongono un’opera ossia il mezzo, lo spazio e la forma.
Partendo dalle motivazioni della giuria sulla tua opera, puoi raccontarci in modo più personale i temi i contenuti della tua opera, descrivendo le modalità operative usate nella sua realizzazione?
Per fare chiarezza vorrei prendere i singoli punti che caratterizzano il mio lavoro e la mia poetica:
SPAZIO: una contrapposizione tra due mondi, o meglio, le due realtà che caratterizzano il nostro tempo. Lo spazio “terreno” tangibile, corporeo e lo spazio “virtuale”, astratto e immateriale.
Ambedue ormai vissuti nella quotidianità con la stessa intensità.
MEZZO: anche qui il contrasto tra i materiali rappresentativi di due spazi. Da una parte gli e acetati di planimetrie e disegni tecnici di geometri/architetti ; dall’altra disegni e acetati di schemi elettrici elaborati in digitale e anche l’utilizzo di veri e propri circuiti elettrici (recuperati da testiere del computer, abbandonati e ripresi dalla discarica).
Collage, disegno e pittura si uniscono cercando equilibrio e armonia tra i materiali e le tecniche.
FORMA: i due mondi sopracitati si mescolano. Nello spazio e nel mezzo ricerco una forma antica, apparentemente arcaica.
Il contadino rappresenta anche una mancanza, un desiderio di contatto con la natura, la terra, le persone e il dialogo che ne scaturisce. Ne esce fuori l’immagine statica, in mondo iperdinamico, di una famiglia, le cui forme si perdono tra le linee nette, dritte, geometriche, dei collage; gli schizzi a matita e pennarello che ne definiscono il segno e la pittura per risaltare il gesto.
Se è vero che il ruolo dell’artista è quello di soddisfare una necessità espressiva unendola a una capacità cognitiva; Il mio intento è quello di descrivere la vita e il mondo in cui vivo attraverso le esperienze e le cose che hanno fatto e che fanno parte della mia esistenza, cercando di rimanere sempre onesto con la mia sensibilità.
Se potessi dare un consiglio ad altri giovani artisti che stanno valutando di partecipare ad un concorso quale sarebbe?
È molto difficile dare un consiglio a riguardo ma sicuramente è molto importante concentrarsi sulla propria ricerca cercando di arrivare un certo grado di maturità. l’ossessione di molti è quello di partecipare a più concorsi possibili concentrandosi sulla quantità piuttosto che sulla qualità del lavoro. Il mio consiglio è quello di focalizzarsi su un percorso che più si addice alla propria persona. Una volta raggiunta questa consapevolezza si può iniziare a partecipare ad un eventuale concorso.
www.instagram.com/adonaisebhatu/
Adonai Sebhatu, la moltitudine che produce le forme infinite dell'Essere. Dal progetto all'anima
Il giovane vincitore della Coppa Luigi, al Premio Nocivelli 2019: " Si inizia da collage di vecchi, abbandonati disegni/progetti di architetti. Andando avanti si sovrappongono lucidi di odierne planimetrie di geometri e architetti mischiati con altrettanti lucidi di schemi di impianti elettrici (elaborati in digitale e stampati) e veri e propri circuiti stampati recuperati da materili di recupero (circuiti chiamati pcb situati comunemente all'interno delle tastiere del computer) il tutto accompagnato da sprazzi di pittura e schizzi di disegni a matita. Un dialogo tra lo spazio e la forma, il vecchio e il nuovo, lo scarto e il funzionale, il tecnologico e l'analogico, fanno emergere un immagine apparentemente antica di contadini. Il contadino simboleggia lo sforzo, il sacrificio e la forza di sopravvivere. La stessa sopravvivenza che l'artista vive costantemente per rimanere onesto con la propria sensibilità attraverso la ricerca di un archetipo".