Flavia Rossi, così nello sfavillio di un momento. Una scala appoggiata al cielo, tra poesia e ironia

La giovane fotografa: "La geografia e le mappe possono essere viste come un’azione geopolitica e retorica di desiderio di controllo su un territorio. La nostra mente, al contrario, si va quindi a configurare come la terra dell’immaginazione, priva di ogni sorta di riferimenti spaziali. Inoltre è stata per me, come fotografa, un’operazione interessante: lavorare sul mio archivio è stato un processo di sua rivisualizzazione, capire perché alcune immagini scattate in anni e luoghi diversi potessero stare insieme per realizzare quello che poi è, in parte, anche un atlante delle emozioni"

Flavia Rossi analizza qui la propria opera premiata al Nocivelli 2019

www.premionocivelli.it/opera/dalla-serie-così-nello-sfavillio-di-un-momento
“L’opera che ho presentato al Premio è la fotografia di una scala appoggiata a un muro decorato con un motivo di cielo stellato, interrotto da un rettangolo bianco che va a coincidere con il punto di arrivo della scala stessa. È un’immagine fortemente evocativa, simbolo di un processo di evasione, ma anche di osservazione e riquadratura della realtà. Fa parte di “Così nello sfavillio di un momento”, un progetto che racconta della frantumazione di una memoria in una miriade di ricordi e di come questo processo porti alla realizzazione di una geografia personale. La geografia e le mappe possono essere viste come un’azione geopolitica e retorica di desiderio di controllo su un territorio. La nostra mente, al contrario, si va quindi a configurare come la terra dell’immaginazione, priva di ogni sorta di riferimenti spaziali. Inoltre è stata per me, come fotografa, un’operazione interessante: lavorare sul mio archivio è stato un processo di sua rivisualizzazione, capire perché alcune immagini scattate in anni e luoghi diversi potessero stare insieme per realizzare quello che poi è, in parte, anche un atlante delle emozioni. 
A volte può capitare di confondere più luoghi tra loro: questo avviene perché le coordinate spaziali di un luogo vengono memorizzate tramite le cosiddette place cells, che si occupano di realizzare delle mappe neurali all’interno del cervello. Se entriamo in questo stato di confusione, vuol dire che queste mappe si stanno sovrapponendo, come se stessero nascendo delle montagne. 
Il lavoro è stato esposto nella personale a cura di Niccolò Fano (director di Matèria) presso LO.FT a Lecce nel 2018”.
“Vivo e lavoro tra Roma e Milano. Nel 2019 sono stata nominata per Plat(t)form 2020 a cura di Fotomuseum Winterthur e per il Premio Gabriele Basilico e ho vinto il bando Atlante indetto dal MUFOCO in collaborazione con Triennale Milano e DG AAP. La fotografia è il mio mezzo espressivo principale, uno dei modi possibili per esprimere ed investigare il significato del reale. La mia ricerca verte sui temi della memoria e della geografia emozionale, prendendo ispirazione da letteratura, pittura, musica e architettura”.
“Quest’anno sono stata in residenza presso l’Asinara per The Photo Solstice#2, a cura di Marco Delogu, a Lozio per falía Artists in Residence e presso la Galleria San Fedele di Milano per il Premio Artivisive San Fedele. Ho frequentato la ISSP in Lettonia, con Alfonso Borragàn e sono stata selezionata per Designathon#1 alla 26esima Biennale del Design di Lubiana e ITmakES Art, un progetto ideato dall’ambasciata italiana a Madrid, IIC di Madrid, PHotoESPAÑA e Camera. Nel 2018 sono stata una delle 30 Under 30 Women Photographers per Artpil, ho partecipato al Global Youth Culture Forum a Jeju, in Corea del Sud, a cura di UCLG e sono stata finalista presso il Premio Francesco Fabbri e il Premio Combat. Nel 2017 ho vinto il Premio Aldo Nascimben e mi sono laureata con lode in fotografia al Master Iuav in Photography con Stefano Graziani. Nel 2016 mi sono laureata in architettura all’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Estetica con Stefano Catucci”.
“I miei progetti futuri sono molti, sicuramente di portare avanti alcune ricerche già avviate come quella di Nuovo Patrimonio, un progetto sullo stato dei beni culturali in seguito al sisma del 2016 nel centro Italia, e quella sull’impatto dell’inquinamento luminoso sulle tradizioni della Corea, dove mi piacerebbe tornare. Mi sono iscritta da poco a un corso di lingua araba, perché sono affascinata da questa cultura e ho desiderio di lavorare negli Emirati. Inoltre vorrei iniziare un progetto di mappatura molto grande sull’Italia in collaborazione con un altro artista”.
Sito internet e/o link instragram/facebook.
www.flaviarossi.it
www.facebook.com/rossi.aivalf
www.instagram.com/fro.ssi/

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa