Ciò che mi stupì, all’inizio, fu la presenza a Rodengo Saiano e nelle limitrofe zone della Franciacorta, in provincia di Brescia, di un nome particolare come Dionigi, utilizzato sia come nome di battesimo sia come denominazione di attività di servizio. Ciò indicava la possibile presenza di un edificio di culto legato a san Dionigi e a una possibile presenza di chiese erette o trasformate dai Franchi, in seguito alla vittoria sui Longobardi. Secondo la tradizione, Carlo Magno, che aveva sposato una principessa reale longobarda – colei di cui non si conosce il nome esatto, ma che viene ricordata come Ermengarda, secondo il celeberrimo passo manzoniano dell’Adelchi – e che l’aveva ripudiata, costringendola al ritorno in patria, avrebbe stabilito a Rodengo Saiano, un Comune a una quindicina chilometri da Brescia, il proprio quartier generale, nel corso delle operazioni di conquista del regno dell’ex suocero, Desiderio, e dell’ex cognato, Adelchi, appunto.
Il suo transito, per quanto reale, è segnalato da leggende che dicono che egli sia salito nella località Campiani, tra Collebeato e Cellatica – dove un edificio antico oggi ospita il ristorante Carlo Magno – e abbia raggiunto, lungo le creste, attraversando il territorio di Gussago, Rodengo saiano, dove stabilì il proprio quartier generale o comunque fondò uno dei capisaldi d’occupazione, utilizzando strutture forti e ben organizzate appartenenti ai longobardi. La strada romana, che seguendo il pedemonte congiungeva Brescia con la Spina di Erbusco (e poi con Bergamo e Milano) aveva il più importante presidio in quello che è oggi il territorio di Rodengo Saiano a Ponte Cingoli, struttura a tre arcate, affiancata da una Posta e difesa dall’alto dall’imponente complesso militare della Rocca. Centinaia di sepolture di epoca alto medioevale (e in particolare quelle nell’area detta della Santa, disposte militarmente) fanno pensare a un lungo assedio, con battaglie cruente e centinaia di morti fra i Franchi.
A poche centinaia di metri, sull’area dell’attuale Abbazia olivetana sorgeva un “castrum”, accampamento militare fisso, con edifici in muratura e, scoperta recentissima, con un tempio. Vari cippi esposti al museo romano documentano la massiccia presenza latina. Secondo voci leggendarie, tramandate nei secoli, non distante da ponte Cingoli, nel punto d’intersezione degli assi viari, Carlo Magno ordinò la costruzione di una chiesa, poichè avrebbe voluto celebrare, per voto, la festa del Natale o di San Dionigi, nell’omonima cattedrale di Acquisgrana – Saint Denis di Parigi sarebbe poi diventata il luogo di sepoltura di tutti i sovrani francesi -, ma gli eventi lo avrebbero lasciato lontano dal proprio palazzo.
L’edificio di Rodengo Saiano, che fu successivamente affidato ai cluniancensi, sopravvisse per lungo tempo ed era visibile, nella sua connotazione originaria, fino all’Ottocento, per quanto abbandonato. Nel XIX e XX secolo la struttura venne trasformata in abitazione. Una targa fu poi posta per ricordare l’antico tempio e la presunta fermata di Carlo Magno. L’ex chiesa si trova di fronte all’attuale municipio di Rodengo Saiano
Sulle tracce di chiese perdute – Così è oggi il tempio di Carlo Magno in Lombardia
Nel punto d'intersezione degli assi viari, a Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, egli avrebbe ordinato la costruzione di una chiesa, poichè avrebbe voluto celebrare, per voto, la festa del Natale o di San Dionigi, nell'omonima cattedrale di Acquisgrana - Saint Denis di Parigi sarebbe poi diventata il luogo di sepoltura di tutti i sovrani francesi -, ma gli eventi lo avevano lasciato lontano dal proprio palazzo.