[T]orino ospita nel periodo estivo una significativa mostra interamente dedicata all’arte israeliana di oggi, a cura di un grande esperto dell’argomento come Arturo Schwarz. La rassegna nasce come nuovo capitolo delle attività organizzate dalla Fondazione Palazzo Bricherasio al fine di raggiungere l’obiettivo che ne aveva animato l’istituzione dodici anni fa e che ne ha fatto un punto di riferimento assoluto in Italia: creare un nuovo luogo di produzione e di promozione della cultura aperto alle più diverse tendenze e manifestazioni nel panorama dell’arte moderna e contemporanea.
Con questo nuovo evento, organizzato in collaborazione con il Tel Aviv Museum of Modern Art e l’AMATA (Associazione Internazionale degli Amici del Museo), si intende dunque offrire un punto d’osservazione privilegiato su un Paese alla continua ricerca di un equilibrio tra Occidente e Medio Oriente, e sulle peculiarità dell’espressione artistica che in esso si è sviluppata.
Venti sono gli autori selezionati per documentare il vivacissimo momento attuale, tutti impegnati a coltivare la loro unicità sul terreno comune di un patrimonio culturale ebraico condiviso: Avigdor Arikha, Arie Aroch, Dganit Berest, Dani Caravan, Pinchas Cohen Gan, Benni Efrat, Moshe Gershuni, Michael Gross, Menashe Kadishman, Dani Karavan, Moshe Kupferman, Sigalit Landau, Ofer Lellouche, Michal Na’aman, Lea Nikel, Michal Rovner, Yehiel Shemi, Micha Ullman, Aviva Uri, Gal Weinstein. Fra loro spiccano i nomi di personaggi già molto noti e apprezzati dal pubblico internazionale, come Kadishman, considerato uno dei maggiori scultori israeliani, che sviluppa plasticamente il suo legame con i messaggi biblici, attribuendovi nuovi significati e rappresentandoli con una poetica di estrema intensità; Karavan, scultore da sempre impegnato intorno al tema della pace; e ancora, artisti di grande sensibilità come Ullmann e Weinstein.
Come sottolinea il curatore nel saggio introduttivo del catalogo che accompagna la mostra (Silvana Editoriale), tutti gli autori presenti sono animati da “una ricerca eccitante e rigorosa di se stessi, unita alla ricerca per la creazione di un mondo di sogno e di riflessione, liberando così la vita dal giogo della routine quotidiana”. Li accomunano due grandi qualità, che nella scelta operata da Schwarz rappresentano il fil rouge della rassegna: “Innanzitutto, sono veri poeti; secondo, la loro arte non è motivata dal desiderio di soddisfare le richieste di un mercato locale non ancora sviluppato. Al contrario, sono ossessionati da una voglia irresistibile di dar voce ai loro conflitti, sogni ed aspirazioni interiori”.
Questi pittori, scultori, fotografi e concettuali, sensibili allo scompiglio in cui è piombato il mondo, dimostrano come le difficoltà possano incrementare la creatività, e con semplicità si fanno testimoni delle grandi tematiche dell’arte e dell’uomo.
Israele contemporaneo
Un’icona effigiante il Cristo percosso finì nel Cinquecento alla corte d’Etiopia. E il sovrano del Paese ne fece il suo palladio, che lo accompagnava sui campi di battaglia e sul quale i nobili gli giuravano fedeltà