di Caterina Stringhetta – www.theartpostblog.com
Firenze. Fino all’8 febbraio 2015 nella Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze è possibile ammirare un’opera che ha una storia curiosa da raccontare.
Si tratta dell’Arnina di Lorenzo Bartolini, una statua in marmo raffigurante la Ninfa Arnina, di squisita fattura e di cui vi sono testimonianze della sua riconosciuta bellezza in vari documenti del passato, ma della quale si era perso ogni traccia a lungo e che è stata rinvenuta, poco tempo fa, in una collezione privata inglese dallo studioso John Kenworthy-Browne.
L’opera venne realizzata da Lorenzo Bartolini e dedicata a Giovanni degli Alessandri, personaggio di spicco nella vita culturale fiorentina del primo Ottocento e soprattutto Presidente dell’Accademia delle Belle Arti.
Lo scultore si rivolse proprio a Giovanni degli Alessandri nel 1825 nella speranza di ottenere la Cattedra di Scultura allora vacante. Tuttavia, nonostante fosse considerato uno dei più importanti scultori del suo tempo, non ottenne l’incarico che venne affidato a Stefano Ricci, scultore neoclassico di minore fama ma inserito nell’ambiente accademico fiorentino.
Come sempre la storia ha molto da insegnarci e oggi come allora il “merito” non è una garanzia di successo … la differenza la fanno spesso le conoscenze
Bartolini, comunque, riuscì ad ottenere la nomina accademica ma solo nel 1839, come professore di Scultura e in quell’occasione l’amico Vittorio Fossombroni, ministro del Granducato di Toscana, gli dedicò un sonetto a cui lo scultore rispose sia in rima sia con un ritratto.
Il ritrovamento della statua si deve alle ricerche dello studioso inglese John Kenworthy-Browne, che la presentò durante il Convegno su Bartolini del 2013 e da cui si avviarono una serie di studi sulle sue vicende.
Il proprietario l’aveva acquistata una decina d’anni prima da un antiquario come ornamento del giardino e sul ceppo dove era collocata la statua lo studioso riuscì perfettamente a leggere la dedica che conosceva così bene dal modello in gesso conservato a Prato e che ne stabiliva l’autenticità.
L’opera è esposta per la prima volta al pubblico, affiancata dal suo calco in gesso e accompagnata dai documenti che ne raccontano le vicissitudini.
LINK
http://www.theartpostblog.com/exhibitions/arnina-mostra/