Distrutto. Com'era il quadro di Flandrin che era stato dipinto in Italia e destinato alla cattedrale di Nantes

"Il quadro andato distrutto - ha detto Stéphane Paccoud, Conservatore capo del Musée des Beaux-Arts de Lyon - è un'opera importante nella carriera del pittore e offre un lato toccante, poichè il soggetto del risanamento dei ciechi, indicato dalla diocesi di Nantes, lo riguardava direttamente. All'epoca, il pittore aveva gravi problemi agli occhi e temeva di diventare cieco". Sempre a Roma, nello stesso anno - 1836 - dipinse il Giovane nudo seduto sulla riva del mare, una delle sue opere più rinomate. oggi al Museo del Louvre.


Le fiamme hanno ridotto in cenere il dipinto di Jean-Hippolyte Flandrin (Lione, 23 marzo 1809 – Roma, 21 marzo 1864) che rappresentava Saint-Clair, il primo vescovo de Nantes, durante il miracolo con il quale ridiede la vista ai ciechi. L’opera fu dipinta in Italia – paese amatissimo dal pittore, che da noi morì, durante l’epidemia di vaiolo- nel 1836. Il dipinto venne realizzato a Roma, durante un soggiorno che era considerato dovuto al pittore che aveva vinto, sempre nella città pontificia, il presigioso Prix de Rome, nel 1832. L’opera, dopo la collocazione, avvenuta nel 1836, non era mai stata più spostata. Era stata sistemata sulla parete sovrastante la tomba di François II et Marguerite de Foix, nella parte destra del transetto della cattedraòe di Saint-Pierre-et-Saint-Paul.
Flandrin – esponente della pittura accedemica neoclassica – era stato allievo di Ingres. “Il quadro andato distrutto – ha detto Stéphane Paccoud, Conservatore capo del Musée des Beaux-Arts de Lyon – è un’opera importante nella carriera del pittore e offre un lato toccante, poichè il soggetto del risanamento dei ciechi, indicato dalla diocesi di Nantes, lo riguardava direttamente. All’epoca, il pittore aveva gravi problemi agli occhi e temeva di diventare cieco”. Sempre a Roma, nello stesso anno – 1836 – dipinse il Giovane nudo seduto sulla riva del mare, una delle sue opere più rinomate. oggi al Museo del Louvre. Di salute delicata. l’artista sognava di tornare in Italia. Paese nel quale riteneva di poter recuperare vigore e di proseguire nella ricerca dei temi dell’antichità classica. Nel 1863 raggiunse l’Italia, ma a Roma contrasse il vaiolo e nel 1864 ne morì. Il suo corpo fu poi traslato a Parigi, nel cimitero del Père Lachaise.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz