[G]ualtiero Marchesi ce l’ha con chi arzigogola con il riso. Chi lo utilizza – ve ne sono casi anche recenti, pensiamo a certe campagne pubblicitarie – per improbabili, ridondanti architetture barocche. “Eppure il riso è semplice, il riso è essenziale” insiste. E a riprova inventa per “Stile” un fascinoso “Riso nero con chicco bianco su piatto nero”, che qui proponiamo. Il chicco bianco sta nel centro, come la fessura dell’occhio di un dio, come il vertice dì un prisma che intercetti tutta la luce del mondo per riverberarla in un unico, algido raggio. Intorno, gli altri chicchi – neri -, allettati in placidezza, rimandano intriganti bagliori ramati. Ma non basta. Perché Marchesi, nel suo elogio dell’Essenza – di forma, di colore – va oltre, sino ai confini della provocazione. Fa decollare infatti il granello bianco per planarlo quindi su di un piatto sempre nero, ma stavolta vuoto. La lezione è impartita. Col ribadire, senza stancarsi mai, che ogni cosa può ricondursi a questo: a un nitido gioco degli opposti, a una spera infinitesimale che balugina proprio lì, nel mezzo del cerchio, nel cuore stesso della notte. (e.g.)
Un chicco di luce e sentimento
Gualtiero Marchesi ce l’ha con chi arzigogola con il riso. Chi lo utilizza - ve ne sono casi anche recenti, pensiamo a certe campagne pubblicitarie - per improbabili, ridondanti architetture barocche.