Il corpo che reagisce alla sofferenza, grazie all’amore, grazie alla congiunzione tra pelle e anima, tra la parte carnale e quella spirituale. Questa la linea semantica che ha percorso la performance realizzata a Edolo, località montana in provincia di Brescia, nell’ambito della manifestazione Contexto, dal duo NICK&RAIN, fondato nel marzo del 2015 da Nicola Fornoni (Brescia, 1990) e Rain D’Annunzio (Lecco, 1970). In un precedente lavoro, Fornoni aveva vinto la negazione della corporeità, attraverso atti d’amore con una giovane collega. Ora una nuova collaborazione parte da un tema medesimo per arrivare, non soltanto alla condivisione di sé, ma al rituale di consegna di parte del corpo a una dimensione divina.
Nicola Fornoni si forma all’Accademia di Belle Arti di Brescia “SantaGiulia” e a partire dal 2010, espone le sue opere in varie mostre collettive in tutta Italia; nel 2014 è tra i finalisti del Premio San Fedele, e nel 2015 partecipa all’edizione del decennale di “Meccaniche della Meraviglia”. A partire dal 2013 si dedica soprattutto alla performance, mettendone in scena – tra l’altro – presso la Casa dell’Ariosto di Ferrara (2014) e al Teatro Carlo Felice di Genova (2015). Rain D’Annunzio collabora da tempo con artisti come Alex Gallo, Saturno Buttò, Silvio Porzionato, Claudio Gaspari. Nick&Rain vivono e lavorano tra Brescia e Milano.
La performance di Nick&Rain, i nostri corpi nudi santificati dal Crisma
Il corpo che reagisce alla sofferenza, grazie all'amore, grazie alla congiunzione tra pelle e anima, tra la parte carnale e quella spirituale. Questa la linea semantica che ha percorso la performance realizzata a Edolo, località montana in provincia di Brescia, nell'ambito della manifestazione Contexto, dal duo NICK&RAIN, fondato nel marzo del 2015 da Nicola Fornoni (Brescia, 1990) e Rain D’Annunzio (Lecco, 1970). In un precedente lavoro, Fornoni aveva vinto la negazione della corporeità, attraverso atti d'amore con una giovane collega. Ora una nuova collaborazione parte da un tema medesimo per arrivare, non soltanto alla condivisione di sé, ma al rituale di consegna di parte del corpo a una dimensione divina.