"Donna non si nasce, lo si diventa". Il significato culturale del dipinto di Klimt

Una frase di Simone de Beauvoir, papessa del femminismo, e un'opera Klimt. Entrambe basate sulla sottolineatura della parte culturale notevolissima che contribuisce a trasformare il genere femminile in donne vere. Così si può dire, naturalmente del mondo maschile. Uomini non si nasce, lo si diventa. Il rapporto tra corporeo ed extracorporeo, uniti in un'unica sfera, produce ciò che siamo. Una donna o un uomo bellissimi, ma privi d'aura, precipitano nel vuoto. E questo, solo per fare un esempio, superficiale, ma immediato. Siamo pertanto chiamati quotidianamente alla Creazione, secondo un concetto di libero arbitrio ottimamente espresso, in chiave neoplatonica, da Pico della Mirandola

“Donna non si nasce, lo si diventa”
Simone de Beauvoir
klimt
Una frase di Simone de Beauvoir, papessa del femminismo, e un’opera Klimt. Entrambe basate sulla sottolineatura della parte culturale notevolissima che contribuisce a trasformare il genere femminile in donne vere. Così si può dire, naturalmente del mondo maschile. Uomini non si nasce, lo si diventa. Il rapporto tra corporeo ed extracorporeo, uniti in un’unica sfera, produce ciò che siamo. Una donna o un uomo bellissimi, ma privi d’aura, precipitano nel vuoto. E questo, solo per fare un esempio, superficiale, ma immediato. Siamo pertanto chiamati quotidianamente alla Creazione, secondo un concetto di libero arbitrio ottimamente espresso, in chiave neoplatonica, da Pico della Mirandola.
Accostando questa frase di Simone de Beuavoir al dipinto di Klimt abbiamo lavorato sull’eccesso, con il fine, però, di comprendere ciò che spesso ci sfugge. Passare dal piombo all’oro, lavorando su se stessi e nel rapporto con gli altri. La cultura, allora, appare nella sua dimensione reale. Non gioco d’erudizione o di potere, ma fondamento della costruzione della nostra identità extracorporea, che giunge poi a plasmare anche il corpo stesso.
Appartenente all’ultima tranche della cosiddetta “fase dorata” di Klimt, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer (138 cm × 138 cm) venne realizzato nel 1907 e si presenta come il primo di due dipinti omonimi. Con colori a olio ed oro su tela, l’artista propose un ritratto eternante della moglie di un industriale. Oro e decorazioni, rinviano alla tradizione bizantina, ripresa nei mosaici di Ravenna e di Venezia. Geroglifici di sguardo-occhi-spirito, richiamano il mistero degli antichi egizi.
Dopo essere stato preda dei nazisti, il dipinto fu rivendicato dallo Stato austriaco e dagli eredi dei proprietari originari, che ne ritornarono in possesso solo in seguito ad una procedura legale. Dopo essere stata acquistata da Ronald Lauder nel 2006 per 135 milioni di dollari, l’opera mantenne, durante quel periodo e per quattro mesi, il primato di dipinto più costoso del mondo. Oggi la tela preziosa è a New York City, Neue Galerie.
 
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