Bruciato per gelosia il ritratto che Modì fece a Licini

E' ormai trascorso più di mezzo secolo dalla morte di Osvaldo Licini, uno dei grandi della pittura italiana del XX secolo, amico di Giorgio Morandi e Amedeo Modigliani..

[E’] ormai trascorso più di mezzo secolo dalla morte di Osvaldo Licini, uno dei grandi della pittura italiana del XX secolo, amico di Giorgio Morandi e Amedeo Modigliani. Studente all’Accademia di Bologna, Osvaldo è compagno di corsi di Morandi che ricorderà sempre con affetto: “Ci siamo abbeverati al primo Cubismo e abbiamo combattuto per il Futurismo”. In seguito, nel 1914, si reca a Firenze per continuare gli studi, ma vi rimane per poco tempo, richiamato alla dura realtà dallo scoppio della guerra. Nel 1916 viene ferito e può rientrare dal fronte. E’ questa l’occasione che gli permette, una volta recuperata la salute, di recarsi a Parigi, dove incontra Picasso, Cocteau, Cendrars, Kisling e Modigliani, che gli fa un ritratto. Il disegno è molto amato da Licini, che lo ritiene l’omaggio di un amico oltre che di un collega, un animo affine al suo, come sembrano confermare le parole dello stesso Modì: “Caro Licini, la nostalgia dell’Italia, mio primo amore, mi avvicina a te”.

Osvaldo appende l’opera nel proprio studio. Nel 1920 però, “una donna che mi ha amato e mi ha odiato”, probabilmente per gelosia, sicuramente per vendetta, appicca il fuoco alla stanza, distruggendo con essa anche il ritratto.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa