Federico Gessi, Premio finalisti Nocivelli 2017, analizza l’opera presentata al concorso
www.premionocivelli.it/opera/strutturazione-ciii
“Solitamente le mie opere nascono da un foglio di carta in cui armonizzo forme, linee, materiali e parti aggettanti. Ma questa volta, utilizzando il marmo, ho tenuto conto delle venature naturali del materiale in questione. Un punto di partenza da cui ho realizzato la strutturazione. Le striature del marmo, così irregolari, naturali, mi hanno portato a pensare la linea artificiale che va a incidere la pietra in una relazione di complementarietà con le stesse ed in rapporto di positivo/negativo con l’area a smalto. Casualità e rigore, insito e inserito. Contrasti che si uniscono. L’opera fa parte della serie dei “marmi” iniziata nel 2007 con piccole opere (33x33cm) il cui “ciclo” ha raggiunto la massima estensione nel 2011 con la “grande” Strutturazione LXXVIII (53x265cm). Sono opere più immediate, ma anche le più complesse da leggere perché bisogna avvicinarsi per seguire le linee e apprezzare la lucentezza del marmo e quella dell’acciaio. Tre elementi distinti, ma uniti dall’idea e dal concetto. In cui il colore è un’ulteriore pennellata di luce capace di illuminare tutta l’opera.
sent by Barbara Bongetta
Federico Gessi
Cenni biografici
Federico Gessi nasce a Pesaro nel 1973, dove vive e lavora. Cresce con la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro, simbolo della città, sempre presente nei suoi pensieri e sin dall’adolescenza rimane folgorato dal suo lavoro e dai linguaggi espressivi delle avanguardie artistiche russe, amori che guideranno le scelte future.
La sete di conoscenza lo spinge a viaggiare in tutta Europa alla ricerca di architetture moderne e contemporanee che potessero arricchire gli studi universitari e nell’autunno del 1996 decide di trascorrere alcuni mesi a Parigi; al suo rientro in Italia inizia a dipingere assiduamente con smalti sintetici spinto da una incredibile carica espressiva interiore e contemporaneamente frequenta le botteghe artigiane di falegnami, fabbri e verniciatori amici del padre.
La sua è una ricerca legata all’equilibrio, un gioco di bilanciamenti, superfici lisce, segnate dal lucido degli smalti in contrasto con la ruvidità della graniglia e l’irregolarità della pietra. Sensazioni tattili confinate in linee che segnano lo spazio bidimensionale, ma rimbalzano all’esterno in metalli aggettanti.
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