Mentre la locuzione “en plein air” – all’aria aperta – intende una pittura di diretto confronto con il paesaggio e con la luce naturale, con preponderanti sedute esterne e minime rifiniture in studio l’altra formula magica dell’impressionismo – “sur le motif” – può risultare oscura. Sotto il profilo pittorico indica sì ha il fatto che il pittore debba avere il soggetto – motif – davanti, senza immaginarlo, ma sopratutto il compimento di un passaggio fondamentale per la pittura impressionista: dipingerlo, senza che sulla tela sia steso un disegno preparatorio. Quindi l’artista procede senza un reticolo disegnativo, in un rapporto costante tra occhio e mano. apponendo il colore sulla tela, senza essere guidato e costretto dalle sagome del disegno. La morbidezza e l’efficacia dell’impressionismo, la natura vibratile e poco solida di questa pittura sono collegate al fatto che il vincolo del disegno accademico è superato e che si dipinge sur le motif. Invenzione peraltro antica, che caratterizzò il colorismo veneto, cioè la capacità della pittura veneta di agire più attraverso il colore che attraverso il disegno. E’ interessante osservare quanto Tiziano, ad esempio, abbia agito sur le motiv, trecento anni prima dell’impressionismo, mentre Raffaello avesse appoggiato ogni composizione al disegno vincolante che sottostava alla tela.
Dopo la crisi della pittura figurativa, nell’ambito del contemporaneo, e, soprattutto, dopo l’archiviazione delle pratiche impressioniste la pittura sur le motif si riaffaccia a Parigi con quattro artiste, che ci comunicano il loro punto di vista attraverso la maniera degli impressionisti. Questi pittrici dipingono en plein air e dipingono senza schizzi e senza disegni preparatori. Sono Delphine D. Garcia, Chiara Gaggiotti, Virginie Isbell et Corinne Pauvert.