Vincoli d'amore, spose in casa Gonzaga

In mostra a Mantova dipinti di vario formato, oggetti (ceramiche e preziose cassettine in pastiglia dorata, in cuoio cotto, in acciaio ageminato), manoscritti e codicetti (incluso l'Inventario Stivini con l'elenco dei gioielli e degli oggetti contenuti nella Grotta e nello Studiolo di Isabella d'Este), contratti matrimoniali, carteggi e incisioni

[ E]’ stata inaugurata ieri, venerdì 18 ottobre , nell’Atrio degli Arcieri la mostra “Vincoli d’Amore. Spose in casa Gonzaga tra XV e XVIII secolo”, a cura di Paola Venturelli e Daniela Ferrari e promossa dall’Archivio di Stato di Mantova in collaborazione con la Soprintendenza Bsae di Mantova.
Spose di casa Gonzaga o spose giunte in casa Gonzaga lungo un arco di tempo che coincide con gli anni del dominio di questa grande dinastia, dagli inizi del XV secolo all’aprirsi del XVIII. Solo di alcune conosciamo le fattezze. Di poche gli interessi, i pensieri e le attitudini, rimanendo la maggior parte quasi priva di spessore storico e relegata nello sfondo della Grande Storia.
galleria gonzaga
Pedine, le cui mosse, abilmente studiate, porteranno tuttavia a costruire la Grande Storia dei Gonzaga. I loro matrimoni, voluti per allacciare vincoli di parentela con i principali casati, italiani o d’Oltralpe, erano infatti il frutto di oculate strategie dinastiche. Vincoli, qualche volta “d’amore”, anche spirituale – sull’imitazione del matrimonio mistico di Santa Caterina -, che cambiarono il panorama esistenziale delle nostre protagoniste.
La mostra è allestita negli ambienti in cui alcune delle protagoniste di questa esposizione hanno mosso i primi passi della loro vita coniugale. Presenti le duchesse Eleonora d’Asburgo ed Eleonora de’ Medici, ritratte nella supersite porzione della pala della Santissima Trinità, eseguita da Pieter Paul Rubens (ca. 1605), che domina la Sala degli Arcieri. Il percorso espositivo presenta una cinquantina di opere, in parte provenienti da collezioni private, in parte custodite presso il Museo di Palazzo Ducale e l’Archivio di Stato, oltre a un grande dipinto con il Ritratto di Eleonora, figlia del duca Vincenzo I Gonzaga, sposa dell’Imperatore Ferdinando II Asburgo, di proprietà del Museo di Castelvecchio di Verona, restaurato dalla dita Melli per l’esposizione.
La mostra si snoda dalla suggestiva Sala degli Specchi all’Appartamento del duca Vincenzo I, per concludersi nella Sala dei Falconi dove si possono ammirare i ritratti di cinque dame recentemente ricondotte da Giovanna Paolozzi Strozzi, unitamente a un ritratto di collezione privata, forse Margherita figlia Cesare Gonzaga di Guastalla e di Camilla Borromeo, unitasi in matrimonio nel 1582 con il duca di Sabbioneta Vespasiano, alla serie delle cosiddette “belle” che ornavano le sale dell’Appartamento del Paradiso, retrostante l’appartamento ducale di Vincenzo.
galleria oggetti
 
Dipinti di vario formato, oggetti (ceramiche e preziose cassettine in pastiglia dorata, in cuoio cotto, in acciaio ageminato), manoscritti e codicetti (incluso l’Inventario Stivini con l’elenco dei gioielli e degli oggetti contenuti nella Grotta e nello Studiolo di Isabella d’Este), contratti matrimoniali, carteggi e incisioni, testimoniano relazioni parentali e familiari, focalizzandosi su alcune figure femminili entrate a far parte del casato Gonzaga, Paola Gonzaga, Isabella d’Este, Margherita Paleologa, Eleonora Gonzaga imperatrice, Margherita di Savoia, Henriette d’Elbeuf tra le altre.
Ritratti della promessa sposa erano infatti di norma realizzati prima che il vincolo sponsale fosse siglato dalla costituzione della dote, e successivamente reso visibile attraverso il dono di oggetti di raffinata fattura come contenitori per gioie e vasellame di vario tipo.


La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Skira.
Per informazioni tel. 0376 352104/100. Il percorso espositivo presenta una cinquantina di opere, in parte provenienti da collezioni private, in parte custodite presso il Museo di Palazzo Ducale e l’Archivio di Stato, oltre a un grande dipinto con il Ritratto di Eleonora, figlia del duca Vincenzo I Gonzaga, sposa dell’Imperatore Ferdinando II Asburgo, di proprietà del Museo di Castelvecchio di Verona, restaurato dalla dita Melli per l’esposizione.
La mostra si snoda dalla suggestiva Sala degli Specchi all’Appartamento del duca Vincenzo I, per concludersi nella Sala dei Falconi dove si possono ammirare i ritratti di cinque dame recentemente ricondotte da Giovanna Paolozzi Strozzi, unitamente a un ritratto di collezione privata, forse Margherita figlia Cesare Gonzaga di Guastalla e di Camilla Borromeo, unitasi in matrimonio nel 1582 con il duca di Sabbioneta Vespasiano, alla serie delle cosiddette “belle” che ornavano le sale dell’Appartamento del Paradiso, retrostante l’appartamento ducale di Vincenzo.
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Dipinti di vario formato, oggetti (ceramiche e preziose cassettine in pastiglia dorata, in cuoio cotto, in acciaio ageminato), manoscritti e codicetti (incluso l’Inventario Stivini con l’elenco dei gioielli e degli oggetti contenuti nella Grotta e nello Studiolo di Isabella d’Este), contratti matrimoniali, carteggi e incisioni, testimoniano relazioni parentali e familiari, focalizzandosi su alcune figure femminili entrate a far parte del casato Gonzaga, Paola Gonzaga, Isabella d’Este, Margherita Paleologa, Eleonora Gonzaga imperatrice, Margherita di Savoia, Henriette d’Elbeuf tra le altre.
Ritratti della promessa sposa erano infatti di norma realizzati prima che il vincolo sponsale fosse siglato dalla costituzione della dote, e successivamente reso visibile attraverso il dono di oggetti di raffinata fattura come contenitori per gioie e vasellame di vario tipo.La mostra resterà aperta al pubblico dal 19 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014.
Orari da martedì a domenica, ore 8.15-19.15, ultimo ingresso ore 18.20; biglietto ordinario del museo € 6.50, ridotto € 3,25 (dai 18 ai 25 anni non ancora compiuti; docenti delle scuole statali con incarico a tempo indeterminato); gratuito minori di 18 anni e maggiori di 65 anni.
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa