“Abbiamo scoperto il muro della città di Spartaco, il gladiatore ribelle”. E’ in Calabria. La storia del capo-popolo anti-romano

In aggiunta alla muraglia e al fossato, sono stati trovati altri reperti archeologici di notevole importanza. Tra questi figurano frammenti di ceramiche, utensili di metallo e ossa animali, che offrono un quadro più completo delle attività umane in quell'area durante il periodo storico associato a Spartaco. Uno degli oggetti più significativi rinvenuti è una moneta d'argento recante l'effigie di un condottiero, che potrebbe fornire ulteriori indicazioni sul contesto storico e sull'identità degli abitanti o dei frequentatori della zona.

di Redazione
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Un grosso muro che presenterebbe le caratteristiche di quello che cinse il luogo di Spartaco, il gladiatore ribelle che sarebbe divenuto, sotto il profilo simbolico, uno dei proto- eroi della Sinistra. Per ora non filtrano altre informazioni, ma pare evidente che gli archeologi abbiano trovato numerose prove e indizi, alla base della struttura difensiva. Le anticipazioni riguardano anche il rinvenimento di materiali fittili, grazie al quale è possibile la datazione del manufatto. Resta ora da capire se la muraglia sia strata costruita rapidamente dagli uomini di Spartaco o se essa fosse una delle muraglie romane violate dal ribelle. Ciò che parrebbe assodato è che questa fortificazione sarebbe collegata proprio alla guerra servile.

Il Comune di Cittanova, in collaborazione con l’Università del Kentucky e il referente dell’associazione “Gente in Aspromonte” Giuseppe D’Amico, presenterà lunedì 3 giugno 2024 alle 16, nel Palazzo comunale, questa scoperta archeologica che viene definita straordinaria. Tale scoperta è stata effettuata nei giorni scorsi sul territorio del Parco nazionale d’Aspromonte.

Il tema dell’incontro è “Cittanova, la città di Spartaco: sulle tracce del gladiatore ribelle che ha lottato per la libertà dei popoli”. In particolare, nella zona collinare che sovrasta Cittanova, in prossimità dello Zomaro, gli archeologi hanno rinvenuto una muraglia lunga 700 metri e alta 3 metri, circondata da un fossato largo 5 metri e profondo 3 metri. Questo complesso fortificato presenta caratteristiche costruttive che hanno subito attirato l’attenzione degli studiosi.

In aggiunta alla muraglia e al fossato, sono stati trovati altri reperti archeologici di notevole importanza. Tra questi figurano frammenti di ceramiche, utensili di metallo e ossa animali, che offrono un quadro più completo delle attività umane in quell’area durante il periodo storico associato a Spartaco. Uno degli oggetti più significativi rinvenuti è una moneta d’argento recante l’effigie di un condottiero, che potrebbe fornire ulteriori indicazioni sul contesto storico e sull’identità degli abitanti o dei frequentatori della zona.

In base ai primi riscontri, si pensa che questa muraglia sia quella descritta da Plutarco nelle sue opere, quando parla di Spartaco che, risalendo l’Aspromonte nel 73-71 a.C., si dirigeva verso la Tracia. La scoperta potrebbe infatti rappresentare un accampamento temporaneo – che comunque potesse essere luogo di resistenza – o una linea difensiva utilizzata dal celebre gladiatore e dai suoi seguaci durante la loro fuga dalle forze romane.

«È un nuovo e importante passo in avanti nel percorso di scoperta e valorizzazione archeologica dell’area a ridosso dei comuni di Cittanova, Ciminà e Antonimina – evidenzia in una nota il Comune di Cittanova – il reperto è affiorato a seguito delle prospezioni geologiche svolte su un fronte montano di vaste dimensioni».

Alla presentazione della scoperta saranno presenti il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino; il professore dell’Università del Kentucky e ricercatore Paolo Visonà; Giuseppe D’Amico dell’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte”; il sindaco di Ciminà, Giovanni Mangiameli; il responsabile della Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio di Reggio Calabria, Andrea Gennaro, i referenti Rocco Gangemi e Franco Pampolini del FAI Calabria, Mimmo Vespia di GEA, il commissario del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Renato Carullo.

Spartaco: La Storia del gladiatore che sfidò Roma

Primi anni

Spartaco nacque tra il 111 e il 109 a.C. in Tracia, vicino al fiume Strimone (oggi Struma, in Bulgaria), in una famiglia aristocratica della tribù dei Maedi. Sin da giovane, si unì all’esercito romano, combattendo in Macedonia. Era sposato con una sacerdotessa della sua tribù, devota al culto di Dioniso. Non conosciamo il suo vero nome; Spartaco era probabilmente un soprannome datogli da Lentulo Batiato, suo padrone, dopo essere diventato schiavo. Alcuni storici suggeriscono che sia stato catturato come prigioniero di guerra, mentre altri credono che fosse un disertore dell’esercito romano.

La ribellione

Stanco delle dure condizioni a cui era sottoposto, Spartaco decise di ribellarsi. Nel 73 a.C., riuscì a fuggire dalla scuola di gladiatori di Lentulo Batiato a Capua insieme a circa 70 gladiatori. Dopo aver sconfitto un drappello di soldati romani con armi improvvisate, Spartaco e i suoi si rifugiarono sul Vesuvio. Il numero dei ribelli crebbe rapidamente grazie all’eco delle loro vittorie iniziali e all’afflusso di schiavi fuggitivi e contadini poveri.

Prime fasi

Il Senato romano inviò i pretori Gaio Claudio Glabro e Publio Varinio per reprimere la rivolta. Glabro cinse d’assedio Spartaco e i suoi uomini sul Vesuvio, ma i ribelli riuscirono a sfuggire, sorprendendo e sconfiggendo le truppe romane. Spartaco continuò a ottenere successi militari, attirando sempre più seguaci. Le sue tattiche e l’organizzazione della comunità ribelle erano efficienti e innovative: il bottino veniva equamente distribuito e l’oro e l’argento erano scambiati per armi e rifornimenti. I ribelli sconfiggevano ripetutamente gli eserciti romani inviati contro di loro, dimostrando una straordinaria capacità di resistenza e organizzazione.

L’intervento di Crasso

Nel 72 a.C., il Senato decise di affidare la repressione della rivolta a Marco Licinio Crasso, che ottenne il comando di otto legioni. Crasso restaurò la disciplina tra le sue truppe con metodi brutali, inclusa la decimazione. Spartaco tentò di salpare per la Sicilia, ma fu tradito dai pirati cilici. Crasso costruì un muro per bloccare Spartaco in Calabria, ma i ribelli riuscirono a sfondare il blocco e si diressero verso l’Apulia.

La sconfitta

Crasso attaccò Spartaco alle spalle, ma il ribelle riuscì a sconfiggere nuovamente le truppe romane nella battaglia di Petilia. Tuttavia, la stanchezza e le risorse limitate cominciarono a pesare. Dopo ulteriori sconfitte, Spartaco tentò di fuggire verso Brindisi, ma fu costretto a ritirarsi verso la Calabria. Lì, nel 71 a.C., l’esercito ribelle venne definitivamente sconfitto. Spartaco morì in battaglia, anche se il suo corpo non fu mai ritrovato.

Leggende sulla morte di Spartaco

La morte di Spartaco è avvolta nel mistero. Secondo alcune leggende, fu crocifisso lungo la via Appia con migliaia dei suoi seguaci. Tuttavia, gli storici non concordano su questo dettaglio, e il destino esatto del corpo di Spartaco rimane sconosciuto.

Fine della rivolta servile

Dopo la morte di Spartaco, la rivolta fu rapidamente repressa. Migliaia di schiavi furono crocifissi lungo la via Appia come monito per futuri ribelli. La terza guerra servile terminò con un alto costo umano e dimostrò la vulnerabilità della Repubblica romana agli insurrezioni interne.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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