Aeropittura futurista. Artiste e artisti del primo Novecento in volo pittorico al Labirinto della Masone

Paesaggi, aerei, visioni dall’alto a volte dilatate, distorte o addirittura capovolte: questo si ritrova nelle opere di Aeropittura che con sintesi ed essenzialità hanno esaltato la velocità, il movimento e la simultaneità del volo come atto fisico e come stato d’animo. Questa specificazione futurista ha visto la sua consacrazione nel 1931 con un manifesto dedicato a firma di Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato, ma già dalla metà degli anni Venti aveva iniziato a diffondersi tra alcuni pittori futuristi

Il 9 aprile 2022 prende il via la mostra primaverile del Labirinto della Masone,Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato (Parma) DALL’ALTO. Aeropittura futurista, a cura di Massimo Duranti con la collaborazione di Andrea Baffoni. Una mostra composta da un centinaio di opere per approfondire questo sviluppo futurista che ha caratterizzato la pittura italiana nei primi decenni del Novecento.

Tullio Crali, In decollo, olio su cartone, 1932, Rovereto (Tn), MART – Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto

Paesaggi, aerei, visioni dall’alto a volte dilatate, distorte o addirittura capovolte: questo si ritrova nelle opere di Aeropittura che con sintesi ed essenzialità hanno esaltato la velocità, il movimento e la simultaneità del volo come atto fisico e come stato d’animo. Questa specificazione futurista ha visto la sua consacrazione nel 1931 con un manifesto dedicato a firma di Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato, ma già dalla metà degli anni Venti aveva iniziato a diffondersi tra alcuni pittori futuristi.

Tullio Crali, Incuneandosi nell’abitato, olio su tela, 1934, Collezione privata

L’Aeropittura è una forma moderna e intrigante di paesaggismo, tutta italiana. Nasce come sviluppo del Futurismo, senza dubbio la più importante avanguardia artistica italiana del Novecento, che dal 1909 in poi coinvolgerà tutti i principali artisti italiani in molteplici declinazioni fino alla fine della Seconda guerra mondiale. L’interesse per la resa pittorica del movimento e della velocità è un tratto distintivo di tutta l’arte futurista e la fascinazione nei confronti del volo e delle vedute aeree si ritrovano più volte negli anni Venti, fino ad assumere ufficialità alla fine del decennio a partire da un testo di Mino Somenzi del 1928 e da un articolo di Filippo Tommaso Marinetti del 1929.

Luigi Colombo (Fillia), Mistero aereo, acquerello e tempera su carta, 1930-31, Trento, Museo dell’aeronautica Gianni Caproni

Il successo dell’Aeropittura è tale che nel 1939, per la III Quadriennale d’Arte Nazionale, verrà realizzata una mostra collettiva intitolata proprio “Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori” e per l’occasione Marinetti scrive un’introduzione in cui analizza diffusamente per la prima volta questa tendenza, classificando il movimento in quattro declinazioni pittoriche e in due aeroscultoree. Proprio con questo testo si confronta la mostra del Labirinto della Masone, che vuole mettere in luce le peculiarità degli artisti dell’Aeropittura, che evolvono i concetti di velocità e dinamismo non limitandosi più a treni, automobili o motocicli, ma sfidando i cieli e appropriandosi di visioni fisiche e mentali assolutamente innovative per il mondo dell’epoca.

Guglielmo Sansoni (Tato), Sorvolando in spirale il Colosseo, olio su tela, 1930, Roma, Collezione privata
Olga Biglieri (Barbara), Aeropittura di città, olio su tela, 1939, Collezione privata

Le opere presentate in questa mostra sono numerose, per meglio rendere le sfaccettature dello stile dei protagonisti del movimento: circa un centinaio di oltre trenta artisti dove la pittura prevale, ma non mancano disegni, acquerelli, grafiche di medie dimensioni e anche alcune aerosculture come quelle di Renato Di Bosso, Umberto Peschi e Mino Rosso.

I più importanti protagonisti di questa corrente sono tutti rappresentati in mostra come Gerardo Dottori, con le grandi tele Incendio in città e Volo sull’oceano, Osvaldo Peruzzi, Fillia, Enrico Prampolini e le sue opere che tendono a un’astrazione del tutto personale; non mancano gli aerei sapientemente ritratti da Tullio Crali e da Tato.

Mino delle Site, Fuga in altezza, olio su tela, 1934, Bologna, Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna

 

Fortunato Depero, Scontro aereo, carboncino, 1936-37,
Rovereto (Tn), MART – Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto, Fondo Depero

Presenti anche i grandi maestri Giacomo Balla e Fortunato Depero che, seppur non furono aeropittori in sento stretto, firmarono il manifesto e sperimentarono con le prospettive aeree numerose volte.

Presenti anche le opere delle donne futuriste: Benedetta Cappa Marinetti, Leandra Angelucci Cominazzini, Barbara, Marisa Mori, segno di un movimento unitario che coinvolgeva uomini e donne allo stesso modo, affascinati tutti dalle nuove tecnologie e della possibilità rappresentative che offrivano.

In mostra anche l’ultimo degli aeropittori: Guido Strazza, che quest’anno compie 100 anni. Giovanissimo incontrò Marinetti che, dopo aver visto alcuni disegni, lo invitò nel 1941 a una mostra di futuristi a palazzo Braschi e l’anno dopo alla Biennale di Venezia. Otto disegni in mostra documentano quella sua breve stagione futurista, prima di approdare a un astrattismo del segno che lo ha reso famoso nel mondo.

La mostra al Labirinto della Masone vuole essere una ricognizione sistematica di questo movimento che coinvolse alcuni tra i principali artisti italiani della prima metà del Novecento e vuole rimarcarne le specificità anche nei confronti delle altre correnti che si svilupparono a partire dal futurismo.

In concomitanza con la mostra uscirà un nuovo volume della Franco Maria Ricci Editore dedicato “dedicato a questo tema.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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