Un’antica tomba femminile trasformata in oggetto di culto? Chi era quella donna che aveva poteri spirituali riconosciuti, per secoli, da una comunità? Il deposito iniziale e i doni testimoniano la trasformazione della sepoltura in un santuario. Poi in un luogo di intrattenimento.

Il Ministero della Cultura greco ha annunciato un’importante scoperta archeologica a Chiliomodi, nella regione di Corinto, nell’ambito del progetto “Antica Tenea”. Durante le indagini sistematiche, gli archeologi hanno individuato una monumentale struttura funeraria di epoca ellenistica, la prima di questo tipo mai scoperta a Corinto, ispirata alle tombe macedoni. Il ritrovamento suggerisce un utilizzo prolungato del sito, con tracce di un culto legato alla guarigione.
Questa scoperta si inserisce in un contesto più ampio di ricerche che mirano a gettare nuova luce sulla storia della città di Tenea e sui suoi legami con Corinto e il resto del mondo ellenistico e romano. La presenza di un culto della guarigione, le ricche offerte votive e il riutilizzo della struttura nel corso dei secoli sono elementi che aprono nuove prospettive di ricerca sulla funzione del sito e sulle credenze della popolazione locale.
La struttura monumentale della tomba
La tomba presenta una pianta asimmetrica a “T” e si suddivide in due sezioni principali: un corridoio d’accesso di 2,80 x 1,20 metri e una camera funeraria rettangolare di 2,75 x 7,40 metri. La camera ha un orientamento nord-sud, mentre il corridoio si innesta perpendicolarmente a metà del lato lungo orientale. L’accesso alla camera avviene attraverso un corridoio stretto con una sezione all’aperto, simile a una “strada”, e una coperta, di cui si conserva parte del soffitto orizzontale. L’ingresso era sigillato con una lastra rettangolare, mentre l’architrave era costituito da un elemento rettangolare riutilizzato.

All’interno della camera funeraria sono stati rinvenuti un sarcofago monolitico e cinque tombe rettangolari lungo il perimetro delle pareti. Due di queste risultavano manomesse, mentre le altre erano prive di copertura. Solo nel sarcofago è stata ritrovata una sepoltura intatta, probabilmente di una donna adulta, mentre nelle altre tombe i resti umani erano stati smossi.
Un aspetto degno di nota è la presenza, all’interno del sarcofago, di numerose ossa di animali domestici, tra cui un guscio di tartaruga. Uno spesso strato di ossa animali è stato individuato sia nel riempimento del monumento che nella camera funeraria, insieme a vasi risalenti al V e VI secolo a.C. Il sito venne utilizzato per sepolture fino al IV secolo d.C., quando fu definitivamente sigillato. Ipotesi? La principale è relativa a un culto familiare, nei confronti di antenati cospicui e potenti – sia sotto il profilo spirituale che materiale – che poi si estese ad altri membri della comunità. E’ possibile che la famiglia o una delle persone fosse ritenuta responsabile di guarigioni miracolose.
Tuttavia, quest’aura sacrale fu destinata a spegnersi. Nel periodo tardo-romano, il tetto venne sfondato, le sepolture saccheggiate e il monumento trasformato in un luogo destinato all’intrattenimento.
Questo riutilizzo del monumento indica non solo un cambiamento nella funzione del sito, ma anche una mutata percezione della sacralità del luogo. Le pratiche funerarie e i riti legati ai defunti erano profondamente radicati nella cultura greca e romana, e il saccheggio della tomba potrebbe riflettere un periodo di crisi o un cambiamento nel controllo politico della regione. Inoltre, la presenza di ossa animali potrebbe essere legata a offerte rituali, una pratica comune nei culti di guarigione e negli atti di devozione agli dèi.
Oggetti di lusso e testimonianze di culto
Gli scavi hanno restituito un ricco corredo funerario databile principalmente all’epoca ellenistica e romana. Tra i reperti spiccano un anello d’oro con sigillo in pietra semipreziosa raffigurante una divinità con un serpente guaritore, due danicas d’oro con tipologie monetarie ellenistiche di Sicione, un dito votivo in argilla, foglie d’oro di una corona e un deposito di piccoli vasi ellenistici.

Un altro ritrovamento di grande valore è un tetradramma d’argento di Filippo III Arrideo, una stele, un manuale in ferro e diversi oggetti decorativi in bronzo. Tra gli altri manufatti si segnalano perle di vetro, cucchiai di bronzo e contenitori per profumi a forma di fuso e di bulbo, che suggeriscono la presenza di un culto legato alla guarigione.
Il ritrovamento di oggetti votivi, come il dito in argilla e la statuetta di un braccio, testimonia l’esistenza di pratiche rituali legate alla salute e alla protezione del corpo. In molte culture antiche, si credeva che offrire la rappresentazione di una parte del corpo malata o sofferente potesse attrarre la benevolenza divina e favorire la guarigione.
L’area esterna e le strutture circostanti
L’area esterna alla tomba, ancora in fase di scavo, ha rivelato ulteriori dettagli di grande interesse. A est dell’ingresso, gli archeologi hanno individuato un tratto di strada asfaltata con orientamento nord-sud e pendenza verso sud, mentre a nord è stato rinvenuto un recinto di 6,50 x 4,10 metri.
All’interno di quest’area sono emerse numerose offerte votive, tra cui statuette di dita in argilla con foro per l’appendimento e parte di una statuetta di un braccio in argilla, suggerendo la presenza di un luogo di culto legato alla guarigione. Sono stati inoltre rinvenuti elementi architettonici quali un capitello, parti di una cassa e il fusto di un pilastro, oltre a frammenti di una cornice orizzontale, che potrebbero appartenere a un tempio funerario sovrastante o a monumenti vicini. Il completamento degli scavi fornirà ulteriori dettagli sulla struttura e la funzione originaria del complesso funerario.
La scoperta di una fornace romana
Oltre alla tomba-santuario, gli scavi hanno portato alla luce una fornace romana in eccellente stato di conservazione. La fornace presenta una camera di riscaldamento sotterranea e una camera di cottura fuori terra. Il corridoio di cottura termina nella camera di riscaldamento, al cui centro si trova un pilastro quadrato da cui si dipartono travi radiali che sorreggono la graticola. Le pareti laterali della fornace sono rivestite di argilla, mentre la camera di cottura è quadrata e dotata di una griglia con fori conduttori di calore distribuiti uniformemente.