I suoi soggetti preferiti sono cani ma - da ora - anche gatti". Così spiega Bonnie Floor, l'artista che ha passato un mese ad insegnare a George W Bush i fondamenti della pittura. "Un giorno ha iniziato, all'improvviso, a dipingere cani. Ha tirato fuori una tela nuova e ha iniziato di getto. Credo abbia dipinto cinquanta cani".
Il filmato presenta alcune pubblicità, realizzate per grandi case produttrici - di auto, di occhiali, di bibite, di materassi - che sono state prodotte e accantonate perchè di "contenuto troppo forte" o perchè - come nel video della Pepsi - configurano una pubblicità comparativa. L'elemento hard è naturalmente quello, in buona parte, che fa finire questi spot "dans l' infer" delle mediateche aziendali.
L'urlo, o anche Il grido, è un celebre dipinto di Edvard Munch (titolo originale in norvegese: Skrik). Realizzato nel 1893 su cartone con olio, tempera e pastello, come per altre opere del pittore espressionista è stato dipinto in più versioni, quattro in totale. In alcune composizioni poetiche l’interprete dell’espressionismo nietzschiano racconta l’origine del celeberrimo dipinto: una passeggiata con amici portò in evidenza il dolore atroce di ogni segmento di vita di fronte alla natura matrigna. E quel volto contorto che deforma il mondo con un suono deflagrante conferma la posizione dell’uomo senza Dio: un’immensa sofferenza che diventa grido di sconfitta al cospetto del nulla
Nella rubrica "Aforismi" puoi trovare le frasi più celebri dei grandi maestri. Se hai gradito il servizio clicca "mi piace" e condividi con i tuoi amici su facebook.
Un video raccoglie i clic più amati nel mondo, le fotografie che hanno varcato la soglia del tempo per porsi nella dimensione eterna delle opere d'arte. Dietro l'obiettivo Henri Cartier -Bresson, Mario Giacomelli, Horst P. Horst, William Klein, Peter Lindbergh, ManRay, Helmut Newton, Robert Doisneau, Sebastiao Salgado, Margaret Bourke-White, Robert Capa. E diteci se è poco.
Dal 20 febbraio al 5 giugno 2016, la casa milanese della fotografia si apre per celebrare l’arte e lo stile di Herb Ritts (1952-2002), fotografo statunitense tra i più rinomati e apprezzati, le cui opere hanno contribuito a costruire il patrimonio dell’immaginario collettivo mondiale degli ultimi decenni.
La psicologa Evi Crotti: "Ad un primo sguardo l’osservatore carpisce la parte razionale, logica e convenzionale dell’opera; in seguito ad una più attenta analisi è in grado di leggere, tra frasche e rami, come ologrammi, gli aspetti meno visibili, le sensazioni e gli stili di vita che l’autore, talvolta inconsciamente, ha impresso sul foglio. Attraverso la rappresentazione dell’albero l’autore manifesta involontariamente la necessità di ritrovare quell’antico mondo in cui l’uomo viveva in simbiosi con la natura".
Ho disteso nel piatto il mantello di una soffice maionese colorata alla clorofilla di prezzemolo. Ho adagiato su questo letto verde, per linee oblique ma parallele, tre filetti di acciuga appena passati al forno, splendidi nei riflessi azzurro-argento. Ho aggiunto una noce di capasanta, nel suo candore un po’ velato dalla doratura.
Nel Seicento in Europa si diffonde il trompe-l’œil, sfida alla perfetta riproducibilità delle cose che assume i caratteri di un genere pittorico totalmente autonomo basato sulla filosofia dell’inganno percettivo. L’olandese Samuel van Hoogstraten nel 1678: “La pittura è una disciplina che consiste nel rappresentare tutte le idee del mondo visibile in maniera da ingannare gli occhi”. Idee che egli metterà in pratica in alcuni strabilianti quadri-manifesto, tra i quali il celeberrimo “Quodlibet” del museo di Karslruhe: un pêle-mêle dove i nastri colorati ed inchiodati al legno - secondo un’iconografia frequentissima nel genere - sorreggono forbici, occhiali, pettini, lettere, sigilli di ceralacca, cammei, e poi penne d’oca mozzate, libriccini, medaglioni d’oro, pennelli, fogli arrotolati e gualciti…"
Maria Taglioni è sicuramente la danzatrice più celebre del XIX secolo e l’inventrice, assieme al suo coreografo, il padre Filippo, del balletto classico nella forma che oggi conosciamo. Per la prima volta con lei apparvero sulle scene i tutù e i piedi delle ballerine scivolarono nelle scarpette di raso legate alla caviglia dai nastri.E fu oggetto dell'attenzione ammirata degli artisti plastici