Un grande maestro che trasse linfa dal sostrato intenso della pittura veneta e italiana, un grande colorista, un grande protagonista della pittura barocca
“Persona molto dedita a’ piaceri e tutta venerea”. Questa la definizione tranchant che Giorgio Vasari dà di uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del Quattrocento, Antonello da Messina, protagonista di spicco nell’ambito dell’evoluzione della pittura di paesaggio e ritrattista abilissimo. Tra le opere più celebri del maestro siciliano è da annoverare questo Ritratto virile, conosciuto come Ritratto di ignoto marinaio, realizzato tra il 1465 e il 1472. Forse per la stessa ragione per la quale il sorriso enigmatico ha fatto della Gioconda un mito, l’espressione sorniona e intrigante del personaggio qui effigiato ha incuriosito da sempre gli studiosi e la gente comune
Giulio Mottinelli lungo tratturi, tra falò e lune misteriose, ripercorre il senso della notte, che non configura come un anticipo dell’oscurità della morte ma come un dono al pensiero che si sviluppa lentamente e con levità in direzione della comprensione del mondo
La rassegna - dal 5 marzo al 12 luglio all'Appartamento del Doge - si focalizza sull’intensità dei colori che caratterizzano le opere del gruppo di artisti Die Brücke, affiancate da quelle dei Fauves francesi, del Futurismo italiano e di Der Blaue Reiter di Monaco di Baviera.
CINQUECENTO - Pontormo separa decisamente la luce dalle tenebre, ed assegna alle seconde il fondamentale compito di esaltare e sostenere le figure in primo piano. Facendo il buio e il vuoto intorno ai suoi personaggi, inaugura così un mondo che vive di sola pittura
In mostra, fino al 15 marzo 2015, opere di Dosso e Battista Dossi, Tiziano, Camillo Filippi, Giorgio Ghisi, Ludovico Settevecchi, sono raccolte a illustrare le componenti culturali di Bastianino, un pittore misterioso
Opere di Valerio Adami, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Mario Mafai, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello, Mario Sironi, Ardengo Soffici alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano
"Fondamentale - dice Villeglé a Stile Arte - fu la Biennale de jeunes del 1959, dove esponevano autori molto tradizionali, classici. Qui Heins, Klein, Tinguely ed io facemmo ovviamente scalpore con i nostri manifesti strappati e le nostre ricerche così “anomale”. Fu in questa occasione che Restany, che era allora un giovane critico di ventinove anni, comprese di trovarsi di fronte a qualcosa che aveva un avvenire. Intravide nelle nostre ricerche, sebbene così diverse, un comune denominatore"
Donne gentili, donne intelligenti come Minerva, donne forti ma sensibili fino alla prostrazione, donne del mito. Le quotazioni e il video delle opere dell'artista di origine svizzera, che divenne italiana e che lavorò nella temperie neoclassica che si apriva ai dolci tormenti del romanticismo