di Carla Costa
Coco Chanel su sfondo fucsia strappato. Una bocca aperta su grattacieli di New York che in prospettiva diventano minuscoli. E ancora, David Bowie sospeso su sfondo ceruleo mentre suona il pianoforte, racchiuso in una cornice color oro come in una navicella spaziale della sua Space Oddity. La tecnica è quella del collage, i pezzi ritagliati da mille riviste, giornali, inserti, mescolati e poi scelti assemblati incollati a dar vita a queste – come lui, Ferdinando Bardamu (Carlo Beretta) le chiama – cartoline. Una diversa dall’altra, ma con lo stesso messaggio dissacrante della realtà e anche della non realtà. Dal mondo patinato della moda, passando da quello del jet -set a quello del politically correct. Tutti ritagliati, scomposti e riassemblati. Et voilà. Con un colpo di forbici certa perfezione esasperata dei corpi scompare e viene dissacrata, sbeffeggiata. Spesso utilizzando anche slogan pubblicitari. Quasi a ricordare che nella vita è importante non prendersi sempre sul serio e che la realtà non è mai ciò che appare. È un invito, implicito, ad accorgerci dei nostri difetti e magari sorriderne. Illuminazione che nasce dal contrasto messo su cartoncino. Come un rugbista che spunta sollevato dal pilone e afferra un cheesburger. O l’ex Presidente degli USA che urla in un improbabile faccia a faccia con un babbuino gigante. E ancora, una fetta di Parmigiano Reggiano incastonata nel colletto di un cuoco a sostituirne la testa. I fori di una presa elettrica americana azzurra diventano occhi naso e bocca di un volto spaventato che dice “No, Frank, ti dirò tutto!!” “La tecnica che ho usato – spiega l’artista – è il collage: si deve usare quello che si ha a disposizione. Dopo aver ritagliato centinaia di immagini, le mescolo come delle carte. Poi trovo due immagini e le abbino. Nella montagna di ritagli, ad esempio, mi sono visto Trump che urlava e questo animale con la bocca spalancata e li ho abbinati”.
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