Milano, 1° ottobre 2024 – Il Castello Sforzesco di Milano ospita una nuova esposizione dedicata all’artista simbolista Alberto Martini (1876 – 1954), in occasione del settantesimo anniversario della sua morte. La mostra, intitolata “Alberto Martini. La Danza Macabra”, si terrà dal 2 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025 e presenterà una selezione delle sue opere grafiche più celebri. L’ingresso è gratuito.
Opere in Mostra: l’allegoria della morte e la Danza macabra
Martini è conosciuto per i suoi lavori visionari e satirici, che spesso affrontano temi come l’allegoria della morte e la danza macabra. Tra le opere in esposizione, spiccano le litografie de “L’Albo della Morte” (1894-1896) e le cartoline della Danza Macabra Europea, realizzate durante la Prima Guerra Mondiale.
Realizzata in collaborazione con la Fondazione Oderzo Cultura, la mostra è curata da Paola Bonifacio e Alessandro Botta, e si basa sull’importante nucleo di lavori grafici di Martini conservati nelle collezioni del Gabinetto dei Disegni e della Civica Raccolta delle Stampe ‘Bertarelli’.
Cos’è la Danza macabra?
La Danza Macabra, o Totentanz in tedesco, è un tema iconografico medievale che rappresenta la morte come figura scheletrica che guida persone di ogni ceto sociale in un macabro ballo verso la tomba. Questo motivo visivo, diffuso in Europa tra il XIV e il XV secolo, rifletteva le paure legate alle pestilenze, alla guerra e alle carestie che affliggevano la popolazione del tempo. La Danza Macabra simboleggia l’inevitabilità della morte, che non risparmia né ricchi né poveri, re né contadini.
Il significato nella storia
Nata in un contesto segnato dalla devastante epidemia della peste nera e dalla guerra dei cent’anni, la Danza Macabra rappresentava una riflessione collettiva sulla fragilità della vita umana e sull’uguaglianza di tutti di fronte alla morte. Era spesso accompagnata da testi morali o religiosi, che invitavano alla penitenza e alla preparazione spirituale.
Il significato nella storia dell’arte
Nel corso dei secoli, la Danza Macabra è stata reinterpretata da numerosi artisti. Nel Medioevo, veniva rappresentata in affreschi, miniature e xilografie, con esempi famosi come quelli del Cimitero degli Innocenti di Parigi e delle stampe di Hans Holbein il Giovane. Durante il Rinascimento e i periodi successivi, artisti come Alfred Rethel, James Ensor, Félicien Rops e Alberto Martini hanno ripreso e trasformato il tema, spesso usandolo per commentare gli eventi sociali e politici del loro tempo.
In ambito moderno, la Danza Macabra ha mantenuto la sua carica simbolica, continuando a rappresentare la mortalità, la fragilità della condizione umana e, talvolta, una critica sociale beffarda. Alberto Martini, in particolare, ha attualizzato questo tema nella sua Danza Macabra Europea per raccontare in modo satirico e dissacrante gli orrori della Prima Guerra Mondiale.