Le corna e gli scongiuri appaiono, in antico, legati soprattutto all’arte funeraria e, sporadicamente, a personaggi mitologici. Ad essere impegnata in questo gesto di scongiuro è sempre la mano sinistra. Il segno delle corna è presente in centinaia di urne cinerarie etrusche.
E questa continuità iconografica può essere osservata in particolar modo nel museo di Volterra. La patera, contenitore votivo, viene tenuta ferma dalla sinistra del defunto, rappresentato sull’urna stessa, mentre, chiusi contro la palma il dito medio e l’anulare, esibisce indice e mignolo. Al di là della superficiale superstizione che oggi siamo portati ad immaginare attorno al gesto, questo segno doveva costituire un potente viatico per l’Aldilà.
Evidentemente armava il defunto nel viaggio nel mondo delle ombre dove egli poteva affrontare l’oscurità e gli spiriti maligni, tenendoli a bada con un segno realmente magico. L’atteggiamento persiste, nella sua forma più esterna e formale, per più di duemila anni in quanto si presenta, nella cultura popolare, associato ai funerali, segno che nel suo ultimo transito terreno, il morto riceveva probabilmente forza dalla comunità, attraverso il gesto che, presso di noi, ha perso la carica originaria, ma non la valenza, legata alla protezione magica.
L’origine delle corna è legata evidentemente alla potenza degli animali. Corna appaiono infatti sugli elmi dei guerrieri in diverse culture, con il potere di richiamare la forza degli animali mitici. Molto spesso il gesto delle corna è collegato a quello del toccare ferro. Il metallo era originariamente utilizzato soprattutto per spade e pugnali. Ciò doveva dare una maggior protezione nei confronti del mondo dei vivi e nei confronti di quello degli spiriti.
Il corno napoletano si configura l’unione della potenza del pene di Priapo, del corallo accanto alla potenza offensiva del corno di bufalo e alla violenza urticante, ma difensiva e terapeutica del peperoncino rosso, introdotto in Italia in seguito alla scoperta dell’America e molto diffuso al Sud. Al tempo stesso il corno napoletano ha attinenze formali con la cornucopia, dispensatrice di beni e di fortuna, secondo gli antichi. La potenza dell’immagine apotropaica scaturisce proprio dalla sovrapposizione formale di più elementi magici di tipo offensivo-difensivo.