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Cos’è quel muro. E cosa sono quelle vasche. Trovano monete romane e un’antefissa. Archeologi vicini a un santuario delle acque


A Chamboret (Alta Vienne) – Comune francese di 781 abitanti situato a un’altitudine di circa 250 metri sul livello del mare – gli archeologi dell’Inrap hanno evidenziato, durante uno scavo preventivo in corso, un’antica occupazione agropastorale e le indicazioni di una monumentalizzazione atipica del sito, nel III secolo, intorno a una fonte.

Un intervento monumentale, in corso di studio. L’acqua copiosa che sgorga ancora dalle fonte, su un pendio che venne terrazzato attraverso un imponente terrapieno, finiva in un santuario? Un luogo in cui le acque depuravano e curavano e dove, contemporaneamente, i pazienti-fedeli si occupavano della propria sfera spirituale? E’ presto per poterlo affermare ma, per ora, gli indizi porterebbero in quella direzione. La zona era dotata di vasche. Cospicua anche la presenza di frammenti ceramici, che testimoniano la presenza di edifici, poi destrutturati per il recupero di materiale, nei secoli di cristianizzazione del territorio.

Gli archeologi, in questa immagine aerea, hanno evidenziato le tracce di un grosso muro curvilineo che chiudeva l’area della fonte e delle vasche. La struttura prosegue anche alla nostra destra, ma non è visibile perché è coperta dalla vegetazione. @ Inrap

“Questo impianto atipico, costituito da imponenti blocchi di granito – spiegano gli archeologi dell’Inrap – è organizzato ad arco attorno ad una sorgente sviluppata. Una sorta di “muro o cinta monumentale”, questo terrapieno potrebbe essere datato grazie alla presenza di frammenti ceramici del III e IV secolo . Ulteriori rilievi georadar hanno permesso di fornire una visione a larga scala di questa costruzione, che prosegue nel lotto annesso, non interessato dai lavori”.

Moneta con raffigurazione della lupa capitolina, che allatta Romo e Remo, trovata durante lo scavo. @ Inrap

“E’ soprattutto attorno ad un’importante fonte, ancora oggi attiva, che si struttura il sito tardoantico – prosegue l’Inrap – È ovviamente durante questa fase che viene posta in essere una cattura delle acque. Proprio nella fonte è stato rinvenuto nella sua posizione iniziale un elemento in materiale deperibile: un involucro di legno, rielaborato per adattarsi al fondo della sorgente, munito di pietre piatte. Oltre ai numerosi campioni prelevati che forniranno informazioni sul paleoambiente, sono stati rinvenuti frammenti ceramici e monete del Basso Impero. Nel riempimento finale del bacino idrografico di questo punto d’acqua è stato rinvenuto un importante frammento di antefissa raffigurante il volto di una divinità o di una medusa . Questa diversità di arredi avvalora l’ipotesi di una monumentalizzazione del sito a partire dal III secolo”.

Antefissa che forse rappresentava Medusa o una Gorgone, Le antefisse erano elementi architettonici che decoravano il bordo dei tetti degli edifici, secondo la tradizione etrusca @ Inrap