Due dilettanti scavano e trovano questo oggetto. Cos’è. Cosa rappresenta. A quando risale. Rispondono gli archeologi

Uno degli elementi più affascinanti di questa scoperta è il suo contesto temporale e geografico. I manufatti, prodotti intorno al 200 d.C., appartengono all'epoca romana, suggerendo un'intensa interazione tra le culture del nord Europa e l'impero romano.


Due archeologi dilettanti hanno compiuto una scoperta straordinaria nelle vicinanze di Ringsted, nell’isola danese della Zelanda, gettando luce sul mito perdurante di uno dei più grandi signori della guerra della storia. Il ritrovamento, una decorazione in bronzo con il ritratto di Alessandro Magno, il celebre comandante militare dell’antichità, è un segno tangibile dell’importanza e dell’influenza di quest’uomo che dominò i territori dalla Grecia fino all’India prima della sua prematura morte a soli 32 anni, avvenuta a Babilonia nel 323 a.C.

Ringsted, territorio nel quale è avvenuta la scoperta, è una cittadina di 23500 abitanti situata al centro dell’isola danese, a una sessantina di chilometri di Copenaghen. È sede del comune omonimo.

Ma torniamo alla testa metallica trovata ora in quest0area.

La figura di Alessandro Magno è stata celebrata attraverso i secoli, diventando un modello di leadership anche per gli imperatori romani successivi. Tra questi, spicca l’imperatore Caracalla, che si considerava una sorta di reincarnazione del grande condottiero. È interessante notare che proprio durante il regno di Caracalla si svolse una delle battaglie più cruente dell’antichità, avvenuta a Illerup Ådal vicino a Skanderborg, dove due eserciti germanici si scontrarono in un conflitto che ebbe conseguenze devastanti.

Durante gli scavi condotti in seguito a questa battaglia, sono stati rinvenuti numerosi reperti, tra cui spade, archi, frecce, lance e scudi, molti dei quali decorati con dettagli intricati. Uno di questi scudi presentava una decorazione particolarmente insolita: un minuscolo disco ornato con il ritratto di Alessandro Magno. Ciò che è ancora più sorprendente è che una simile raffigurazione è stata ritrovata anche sul raccordo in bronzo scoperto a Ringsted, confermando l’importanza e la diffusione del culto di Alessandro Magno anche in terre così remote.

L’archeologo Freerk Oldenburger, del Museum Vestsjælland, ha commentato che si tratta di un ritrovamento straordinario, unico nella Scandinavia, che collega questa regione ad una delle personalità più illustri della storia mondiale. Tuttavia, la scoperta solleva più domande di quante ne risponda, lasciando gli studiosi con il compito affascinante ma arduo di decifrare il suo significato e il contesto in cui è stato creato.

Il raccordo in bronzo ritrovato a Ringsted, con un diametro di 26-28 mm, è stato fuso con una lega contenente anche piombo, e rappresenta in modo inequivocabile Alessandro Magno, riconoscibile dalle sue ciocche ondulate di capelli e dalle corna di ariete vicino alle orecchie, che rimandano al dio Zeus Ammon.

Uno degli elementi più affascinanti di questa scoperta è il suo contesto temporale e geografico. I manufatti, prodotti intorno al 200 d.C., appartengono all’epoca romana, suggerendo un’intensa interazione tra le culture del nord Europa e l’impero romano. Tuttavia, resta ancora da chiarire come il raccordo sia finito in Danimarca e quale significato avesse per le popolazioni locali del tempo. Molto probabilmente le popolazioni tedesche, in parte nemiche e in parte alleate dei Romani, avevano assunto simboli dal più potente esercito del mondo. Assunzione di elementi simbolici che probabilmente fortificava chi li esibiva.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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