Una scala di legno di 3.000 anni in condizioni impeccabili è stata scoperta nel Tumulo di Oymaağaç, nella città sacra ittita di Nerik nella Regione del Mar Nero Centrale della Turchia. Gli archeologi hanno scoperto i resti di legno e alcuni gusci di nocciola in un’area che gli Ittiti chiamavano “acqua sacra” alla fine di un lungo tunnel.
Nel passato, ipogei di questo tipo venivano scavati per raggiungere fonti perenni. Il fenomeno delle fonti sacre era presente anche in Sardegna, dove queste strutture sono numerose. Normalmente esse sono circondate da resti di recinti, che collocavano l’area all’interno di un luogo protetto, sacralizzato e dominato da un profondo senso dell’ordine. Attraverso scale, scavate nella roccia, si scendeva verso la vasca di accumulo, realizzata per aumentare la quantità d’acqua che si immagazzinava, grazie alle falde.
E’ probabile che gli accessi a questo bene prezioso e sacro fossero regolamentati. Com’è possibile che i costruttori di fonti sacre chiedessero un’offerta per il servizio reso ai passanti o alla comunità.
Anche durante i periodi di siccità era possibile disporre di acqua potabile.
Perché gettiamo monetine nelle fonti
Il ricordo dell’antico utilizzo di fonti preziose e dell’obolo da versare alla divinità e a chi, in nome di essa, manteneva attiva e pulita la fonte stessa è rimasto nel gesto, tuttora praticato, di gettare monete negli specchi d’acqua, come avviene, in modo eclatante, presso la Fontana di Trevi a Roma.
La costruzione e il mantenimento di una fonte richiedevano onerosi impegni, che venivano riconosciuti dalla comunità.
La scala di legno trovata nella fonte sacra ittita potrebbe essere collegata proprio a interventi di manutenzione del sito o di ristrutturazione del sito.
Scoperta di gusci di nocciola antichi
Notando che gusci di nocciola di 3.000 anni sono stati estratti dall’acqua sacra all’interno del tunnel, il team di scavo ha dichiarato: “Crediamo che il tempio lì sia stato utilizzato per molti anni. Vediamo nel Tumulo di Oymaağaç che è stato utilizzato nel periodo dell’Antico Impero Ittita, cioè dal XVI secolo a.C. al XII secolo a.C. Abbiamo trovato un tunnel sopra il tempio e, mentre scavavamo il tunnel, ci siamo mossi verso l’acqua. A una profondità di circa 8 metri, abbiamo raggiunto l’area che gli Ittiti chiamavano ‘acqua sacra.’”
Importanza storica di Nerik
“Crediamo che Nerik abbia una storia di 3.500 anni. Ma siamo rimasti scioccati quando abbiamo trovato resti di legno all’interno della piscina poiché non c’è materiale umido in Anatolia. Quando abbiamo scavato un po’ di più in quell’area, abbiamo anche trovato gusci di nocciola. I gusci di nocciola di 3.000 anni fa hanno confermato che la Regione del Mar Nero era un centro di produzione di nocciole. I test di datazione al carbonio sui ritrovamenti di legno e gusci di nocciola hanno rivelato che hanno circa 3.000 anni.”
La fondazione di Nerik
La città fu costruita dagli Hatti, un popolo dell’Età del Bronzo Antico che abitava l’Anatolia centrale prima degli Ittiti. Dedicavano la città al loro dio della tempesta Teşup. Dopo che i territori hattiani furono assorbiti dall’espansione dell’Impero Ittita, Nerik continuò ad essere una città sacra dove gli Ittiti mantennero l’antico culto di Tesup. Numerose tavolette di argilla attestano le cerimonie tenute nella città, registrando che il re ittita Hattusili III visitava Nerik dalla capitale ittita Hattusa diverse volte l’anno per rendere omaggio al dio della tempesta.
Manufatti da Nerik
Gli oggetti recuperati dallo scavo di Nerik — tavolette cuneiformi, sigilli, vasi, corredi funerari — sono esposti al Museo di Samsun.