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Golia consumava droghe? Sostanze psicoattive e piante greche trovate nei templi dei Filistei svelano identità etnica e rituali


L’enigmatica cultura filistea, che fiorì durante l’età del ferro (1200-604 aC circa), influenzò profondamente la storia culturale, l’agronomia e le abitudini alimentari del Levante meridionale. Più di un quarto di secolo di scavi a Tell es-Safi/Gath, nel centro di Israele, identificata come la biblica Gath dei Filistei e la casa di Golia, ha fornito una finestra unica sul mondo di questa antica civiltà. Nel progetto di scavo sistematico dell’area del tempio nella città bassa di Gath, un team dell’Università Bar-Ilan in Israele, guidato dal Prof. Aren Maeir (archeologia) e dal Prof. Ehud Weiss (archeobotanica), ha supervisionato l’indagine relativa alle piante usate nei rituali filistei. Le conclusioni, in sintesi? I filistei avrebbero fatto usto di sostanze psicotrope, mentre in genere, le piante utilizzate per i rituali, sarebbero molto simili o le stesse usata durante rituali nell’area greca. Anche i vegetali confermerebbero che i Filistei, questi acerrimi nemici degli Ebrei, venivano dal Nord, da un’area influenzata dalla cultura cretese o greca.

I Filistei erano una popolazione che si stanziò attorno al 1200 a.C. nella regione storica della Palestina (Philistia); l’area ha preso il nome da loro. Alcune ricerche archeologiche indicherebbero che la loro popolazione nel XII secolo potesse ammontare a 25000 individui e che fosse diventata di 30000 nel secolo successivo.

Archeologicamente potrebbero essere identificati con il popolo dei Peleset, citato nelle iscrizioni egiziane di Medinet Habu tra i Popoli del Mare che attaccarono l’Egitto durante il regno del faraone Ramses III, circa nel 1177 a.C. Un consistente indizio della loro origine egea sarebbe l’elmo piumato e le armi di tipo acheo, da loro indossate nelle raffigurazioni[.

La stessa Bibbia sottolinea la diversità etnica dei Filistei rispetto al popolo d’Israele: nel libro del profeta Amos, i Filistei sarebbero originari di “Kaftor”, un territorio che la maggior parte degli studiosi moderni assimilerebbe alla “Keftiu” dei geroglifici egiziani di Amarna, e cioè all’isola di Creta.

Tra i filistei più noti – tra mito e realtà – ci fu Golia, fedele capo delle truppe del sovrano Achish di Gat, acerrimi nemici di Israele. Nel Primo libro di Samuele, Golia viene citato per la sua battaglia con Davide, il futuro re giudeo, che sarebbe avvenuta alla prima metà del X secolo a.C. Golia, che sarebbe stato un uomo di notevoli dimensioni, fu ucciso dal giovane e minuto nemico.

Sebbene molti aspetti della cultura filistea siano ben documentati, le specificità delle pratiche religiose e delle divinità filistee sono rimaste a lungo avvolte nel mistero. Lo studio di Frumin e altri studiosi dedicato alle  “Pratiche rituali filistee legate alle piante nella Biblica Gath”, ora pubblicato su Scientific Reports , fornisce nuovi dati preziosi alla nostra comprensione delle pratiche rituali filistee. La scoperta di numerose piante in due templi rinvenuti nel sito filisteo ha svelato informazioni senza precedenti sui rituali e sulle credenze cultuali filistee, sugli ingredienti del cibo del tempio, sulle stagioni delle cerimonie e sulle piante utilizzate per la decorazione del tempio stesso.

La Dott.ssa Suembikya Frumin, sotto la supervisione del Prof. Ehud Weiss, ha studiato l’uso delle piante filistee nei loro templi come parte del suo progetto di dottorato. Insieme al dottor Amit Dagan, Maria Eniukhina e al prof. Aren Maeir, hanno approfondito gli accostamenti di piante trovate all’interno dei recinti dei templi, scoprendo una ricchezza di informazioni riguardanti il ​​significato di varie specie vegetali nei rituali religiosi filistei. Attraverso un esame meticoloso e un’analisi quantitativa e qualitativa dei tipi di piante utilizzate, dei tempi del loro raccolto, delle modalità di offerta e del potenziale significato simbolico, i ricercatori hanno messo insieme un quadro più chiaro dell’approccio filisteo alla spiritualità.

La dottoressa Suembikya Frumin, direttrice del Laboratorio di Archeobotanica dell’Università Bar-Ilan e ricercatrice principale dello studio, ha osservato: “Uno dei risultati più significativi è l’identificazione dei primi usi rituali conosciuti di diverse piante mediterranee, come l’agnocasto lillà (Vitex agnus-castus), margherita coronata (Glebionis coronaria) e scabiosa argentea (Lomelosia argentea)”.

Vitex agnus-castus in fiore. A destra, i semi della pianta. L’agnocasto viene tradizionalmente indicato, in ambito erboristico, per problemi legati alla salute riproduttiva nelle donne (es. irregolarità del ciclo mestruale, sintomi premestruali, dismenorrea spasmodica e nei casi di ridotta produzione di latte materno). @ Foto: Suembikya Frumin
Margherita coronata (Glebionis coronaria). @ Foto: Suembikya Frumin
Scabiosa argentea (Lomelosia argentea) @ Foto: Sofia Frumin

“Queste piante mediterranee diffuse collegano i Filistei con rituali di culto, mitologia e accessori di culto legati alle antiche divinità greche, come Era, Artemide, Demetra e Asclepio. Inoltre, piante con proprietà psicoattive e medicinali nei templi filistei rivelano il loro utilizzo per attività cultuali. Lo studio ha rivelato che la religione filistea si basava sulla magia e sul potere della natura, come l’acqua corrente e la stagionalità, aspetti che influenzano la salute umana e vita.”

Inoltre, l’analisi dei semi e dei frutti dei templi ha fornito preziose informazioni sulla stagionalità dei rituali maggiori, con l’importanza dell’inizio della primavera per i riti del tempio e la data dell’utilizzo finale dei templi – e la loro distruzione da parte di Hazael di Aram, che si è verificata a fine estate o all’inizio dell’autunno. L’aspetto stagionale delle pratiche religiose filistee sottolinea il loro profondo legame con il mondo naturale e i cicli dell’agricoltura.

Il Prof. Ehud Weiss, direttore del Laboratorio di Archeobotanica presso l’Università Bar-Ilan e coautore dello studio, ha commentato: “I nostri risultati sfidano le precedenti comprensioni delle pratiche rituali filistee e offrono una nuova prospettiva sulle loro pratiche cultuali e sulle connessioni tra la cultura filistea e più ampie tradizioni religiose del Mediterraneo. Esaminando le piante che usavano nei contesti rituali, comprendiamo meglio come i Filistei percepivano e interagivano con il mondo che li circondava.”

Inoltre, lo studio propone intriganti parallelismi tra le pratiche cerimoniali filistee e quelle egee. La scoperta di pesi da telaio (un apparato utilizzato per la produzione di tessuti) all’interno dei templi filistei, una caratteristica comune nei luoghi di culto dell’Egeo associati ad Era, rafforza ulteriormente l’ipotesi di scambio e influenza culturale tra le due regioni.

“Questi risultati aprono nuove strade per la ricerca sulle interazioni culturali e religiose tra i Filistei e le regioni vicine”, ha aggiunto il coautore dello studio, il prof. Aren Maeir, del Dipartimento di Studi e Archeologia della Terra di Israele dell’Università di Bar-Ilan Martin (Szusz). , che ha diretto gli scavi a Tell es-Safi/Gath per più di 25 anni. “Utilizzando avanzate analisi quantitative e qualitative degli assemblaggi di piante, abbiamo approfondito la nostra comprensione delle antiche pratiche cultuali e del loro significato nel più ampio mondo mediterraneo”.

“Questi nuovi dati indicano un’attività consapevole da parte del personale del tempio riguardo all’uso di piante con caratteristiche che influenzano l’umore. Il nostro metodo di analisi quantitativa e qualitativa dell’insieme delle piante dovrebbe essere molto rilevante per l’analisi di altri culti antichi e per lo studio della storia culturale e cultuale della regione e oltre”, ha concluso il dottor Frumin.

Fonte: Scientifc Reports