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I bronzi Rothschild sono davvero di Michelangelo? Cambridge dice sì. Ma il dibattito sarà acceso



I Bronzi di Rothschild, una coppia di sculture del Cinquecento, ognuna raffigurante una figura maschile nuda che cavalca una pantera – rappresentano rispettivamente un vecchio e un giovane su altrettante pantere, secondo la raffigurazione di Bacco e di Sileno – sono stati attribuiti a Michelangelo (novembre 2018). Non è facile l’attribuzione di un bronzo, poichè esso si presta a quella riproducibiltà dell’opera d’arte tipica del medium e dello stampo, avallata o respinta a fini di mercato e di presunte titolarità esclusive delle perizie. Ora si tratta di capire quale sia il fine attributivo. Se esso si riconduca alla volontà di poter individuare, di un’opera, una precisa matrice culturale o se intenda portarla all’atto unico dell’artista. Le statue sono alte circa un metro e sarebbero state realizzate prima dell’intervento di Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina, ma dopo la realizzazione del David. Quindi si tratterebbe di opere della giovinezza.
Ciò che risulta interessante è l’individuazione di una matrice culturale, che coinciderebbe con la fonte michelangiolesca. “Crediamo che queste statue siano state fatte da Michelangelo e pensiamo che questi siano gli originali realizzati intorno al 1505-1507” ha spiegato nel novembre 2018 Victoria Avery, conservatrice del dipartimento di arti applicate del Fitzwilliam Museum di Cambridge, dopo ulteriori verifiche stilistiche presentate alla stampa nel novembre 2018
Nel febbraio 2015, un team di esperti di Cambridge aveva già attribuito le statue a Michelangelo per la somiglianza di alcuni particolari dell’opera a un dettaglio contenuto in un disegno di uno degli allievi di Michelangelo, conservato al Musée Fabre di Montpellier e per l’accostamento stilistico ad altre opere del maestro. Una scansione con neutroni, condotta in Svizzera, datava, poi, i bronzi al primo decennio del XVI secolo. La possibilità che essi fossero di Michelangelo entusiasmò gli esperti, dato che nessun bronzo di Michelangelo Buonarroti sarebbe giunto ai nostri giorni.
Un team di ricercatori guidato dal Fitzwilliam Museum, museo dell’arte dell’Università di Cambridge e dalla Warwick University di Coventry, ha completato il lavoro sotto il profilo della comparazione filologica, basata sulla ripetizioni di stilemi, errori e modalità rappresentative particolari che caratterizzano ogni autore. (novembre 2018). “I bronzi di Rothschild presentano alcune anomalie anatomiche così come precisioni (peli pubici e testicoli anatomicamente molto dettagliati e corretti) e inesattezze deliberate per effetto artistico che sono costantemente viste in opere indiscusse di Michelangelo, ma che non sono presenti nel lavoro di altri artisti contemporanei”, spiega il Professor Peter Abrahams, della Warwick University.
A nostro giudizio, il problema non è ancora perfettamente risolto, a causa di alcune incongruenze. L’aura riporta infatti a Cellini e a Sansovino, ma potrebbe essere anche un lavoro svolto da Michelangelo in epoca più tarda rispetto al primo decennio del lavoro poichè gli elementi proporzionali sono stilisticamente più avanzati – con un allungamento smisurato delle figure – che sembrerebbe portare l’opera a una datazione più tarda. Potrebbe trattarsi di una ripresa di un tema già trattato nei primi anni della professione. O di un lavoro in stile Michelangelo, svolto, ad esempio da Cellini.
I bronzi erano in passato di proprietà del barone Adolphe de Rothschild e furono esposti nel 1878 come opera di Michelangelo, anche se questa attribuzione fu contestata all’epoca. I Rothschild avevano acquisito i bronzi l’anno precedente dal loro proprietario a Venezia. Quando l’erede Maurice de Rothschild morì nel 1957, furono acquistati da un collezionista privato francese. Nel corso degli anni, le sculture sono state attribuite ad altri artisti, tra cui Tiziano Aspetti, Jacopo Sansovino e Benvenuto Cellini o alle loro rispettive cerchie.
Nel 2002, furono nuovamente venduti a Londra da Sotheby’s, a un collezionista britannico per 1,8 milioni di sterline, con una generica attribuzione a Cellini. Nel 2012, sono stati esposti alla Royal Academy of Arts come provenienti dalla cerchia di Michelangelo, anche se gli esperti non hanno voluto attribuirli direttamente a lui.