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Bandiere americane, flags. E ancora bandiere a stelle a strisce. Jasper Johns è popolarmente ricordato come il pittore delle bandiere statunitensi, riprese nei colori reali, dipinte sulla carta di giornale con pennellate sommarie o in modo analitico, su supporti più compatti. Bandiere con la stessa struttura, ma riprodotte con colori diversi, come avverrà nelle opere di Andy Warhol. Sotto il profilo delle classificazioni, Johns viene inserito nel movimento New Dada accanto a Rauschenberg, entrambi vicini al Nuovo realismo francese, per il quale quale gli oggetti della quotidianità più banale ed esausta, divengono una parte o il tutto dell’opera d’arte, sulla linea Dada, tracciata da Marcel Duchamp. Di fatto Johns e Rauscenberg fanno da apripista alla Pop art, la cui filiazione risulta molto evidente. Specie in flags, Johns utilizza un’immagine nazionale all’apparenza consunta, estremamente popolare, riconferendole un’energia vitale nuova, attraverso la pittura. Proprio come accade, poi, per Warhol, pur con altre tecniche. Il processo compiuto dall’artista, tra introiezione della bandiera osservata come simbolo di identità e di un’unità e, al tempo stesso, come drappo utilizzato per fini non conformi alla grande democrazia americana, diviene, a livello di percezione popolare, produzione dell’icona di un popolo vincitore al quale altri popoli guardano, nel sogno del benessere e della libertà.
Mentre la civiltà europea aveva, nel passato, imposto il proprio linguaggio attraverso le vedute urbane di Parigi, raccontando la vita della prima modernità tra Ottocento e Novecento, mentre ogni città del nostro continente, tra Ottocento e secolo nuovo aveva celebrato se stessa attraverso paesaggi incantevoli nei quali riaffioravano le stratificazioni delle culture, l’America gioca essenzialmente l’imposizione del proprio linguaggio iconico, nel secondo Dopoguerra, sulla propria bandiera, sulla Coca Cola, sulla zuppa Campbell, sui ritratti seriali di Marilyn Monroe, completati da centinaia d’altre icone americanissime. Sotto il profilo stilistico il New Dada e la Pop art si pongono in contrasto rispetto all’espressionismo astratto e alle opere di Pollock. Il fenomeno Pollock porta ancora in sè la visione titanica dell’artista come entità individuale fortemente riconoscibile per il proprio stile e per la propria intensa gestualità, che aveva dominato l’orizzonte culturale europeo. New Dada e Pop art tendono invece a recuperare un’iconografia popolare collaudata dal mercato o dalla politica, a ridurre l’apporto dell’artista e la sua individualità a favore di immagini già viste nelle quali si riconoscono le masse, quei nuovi miti analizzati nell’omonimo saggio da Roland Barthes. Il semiologo sottolinea, con un’immagine folgorante – Polistirolo, afferma, è il nome di un prodotto industriale ma, al tempo stesso potrebbe essere quello di un pastore dell’Arcadia – la creazione di una mitologia da parte del capitalismo americano,. Una mitologia che si sostituisce a quelle precedenti, schiacciandole, spostando l’asse culturale dall’Europa agli Stati Uniti.La vittoria di due guerre mondiali, le nuove forme di colonialismo capitalista inducono a creare nuove immagini e significati, semplici come slogan, incisivi come una campagna pubblicitaria.
Jasper Johnn nasce ad Augusta, in Georgia (Stati Uniti) nel 1930, ma trascorre l’infanzia ad Allendale, nella Carolina del Sud. Si iscrive poi all’University of South Carolina, che frequenta brevemente tra il 1947 e il 1948. Insoddisfatto dal percorso formativo, si trasferisce a New York, studiando, per un breve periodo, nel 1949, alla Scuola di Design “Parsons”. Ma è soprattutto l’inserimento nella Grande Mela a consentirgli di osservare e frequentare gli artisti e, soprattutto, gli impedisce di non assecondare il gusto non aggiornato degli Stati del Sud, per porsi al centro del vulcano creativo, in cui tutte le sperimentazioni parevano trovare un pubblico disponibile, quanto meno, ad osservarle e considerarle.
Fu arruolato nell’esercito nel 1951 e, più tardi, a Sendai, in Giappone. Nel 1953 tornò a New York, dove lui e il suo collega Robert Rauschenberg furono impegnati nella progettazione delle vetrine per i grandi magazzini. Fu un’attività che lo mise a confronto con il recupero creativo di immagini nelle quali il grande pubblico potesse riconoscersi. Durante quel periodo sperimentò il collage e iniziò a dipingere la bandiera americana, diventata, come dicevamo, un segno distintivo del suo lavoro. Come gli venne l’idea del drappo a stelle e strisce?
Johns sognò una notte di dipingere una grande bandiera americana e, la mattina seguente, decise di farlo. Apprezzate e collocate nelle maggiori collezioni private e nei più noti musei del mondo, le variazioni sulla bandiera sono esposte al Museo d’Arte Moderna di New York, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Whitney Museum of American Art di New York, al Museo Ludwig di Colonia, al Kunstmuseum di Basilea e al Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna.
Nel 1957 il Museo Ebraico di New York, aveva inserito un’opera di Johns, nella mostra “seconda generazione di artisti della Scuola di New York.” La sua prima personale si tenne nella celeberrima Leo Castelli Gallery. Il Museo d’Arte Moderna ha comprato alcune delle sue opere. Tre suoi dipinti furono esposte alla Biennale di Venezia. L’anno successivo espose a Parigi e Milano. Si interessò del lavoro di Marcel Duchamp e iniziò un percorso nella scultura. Nel 1966 un incendio distrusse la sua casa e il suo studio in South Carolina. Un anno dopo divenne consulente artistico di Merce Cunningham Dance Company, una posizione che ha mantenuto fino al 1978.
Dal 1972 al 1980 vira verso l’astrattismo, poi muta di nuovo registro espressivo con collage e composizioni che incorporano simboli e ricordi della propria infanzia.
In Tre bandiere (1958), raffigurazione pittorica ottenuta attraverso l’encausto di altrettanti drappi nazionali di dimensioni diverse, sovrapposti a partire dall’angolo superiore alla sinistra di chi guarda, egli pone le basi per una ricerca appassionante e foriera di successo.È stato eletto Accademico d’Onore dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze
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Sotto il profilo delle classificazioni, Johns viene inserito nel movimento New Dada accanto a Rauschenberg, entrambi vicini al Nuovo realismo francese, per il quale quale gli oggetti della quotidianità più banale ed esausta, divengono una parte o il tutto dell'opera d'arte, sulla linea Dada, tracciata da Marcel Duchamp. Di fatto Johns e Rauscenberg fanno da apripista alla Pop art, la cui filiazione risulta molto evidente. Specie in flags, egli utilizza un'immagine nazionale all'apparenza consunta, estremamente popolare, riconferendole un'energia vitale nuova, attraverso la pittura. Proprio come accade, poi, per Warhol