Jean Tinguely: il movimento della macchina in mostra al Pirelli HangarBicocca

MILANO – Dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, il Pirelli HangarBicocca di Milano accoglie “Jean Tinguely”, la più grande retrospettiva dedicata all’artista svizzero in Italia dopo la sua scomparsa. L’evento segna un’importante celebrazione del centenario dalla nascita di Tinguely (1925-2025) e sottolinea la sua influenza rivoluzionaria sull’arte del XX secolo.

21.PAR283390 ITALY. Venice. Detail of “Requiem pour une feuille morte” (1967) by Swiss sculptor Jean TINGUELY during his retrospective at the Palazzo Grassi. 1987.

Un’esplorazione del movimento e della materia

Jean Tinguely è considerato uno dei pionieri dell’arte cinetica, un movimento artistico incentrato sull’introduzione del movimento meccanico nelle opere d’arte. La mostra ripercorre il percorso artistico di Tinguely attraverso circa quaranta opere, realizzate dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, che occuperanno i 5.000 metri quadrati delle Navate dell’ex fabbrica industriale.

Tra le opere in esposizione, spiccano le sculture cinetiche sperimentali, come méta-mecanique degli anni ’50, e le grandi macchine performative come Gismo (1960), dotata di ruote e motori, e Ballet des Pauvres (1961), creata con oggetti di uso quotidiano. Queste opere non sono solo visive, ma anche sonore, creando una coreografia di rumori, movimenti e colori che si intrecciano con lo spazio espositivo.

Il dialogo tra arte e tecnologia

Al centro della pratica di Tinguely c’è la sua ossessione per il funzionamento delle macchine e la loro imprevedibilità. Attraverso l’uso di materiali di recupero, l’artista ha costruito macchine rumorose, animate da motori reali, che sovvertono le aspettative tradizionali sull’utilità degli oggetti. In opere come Requiem pour une feuille morte (1967) o Plateau agriculturel (1978), Tinguely esplora il confine tra arte e ingegneria, trasformando macchinari agricoli o industriali in installazioni artistiche che mettono in discussione l’idea di permanenza.

Il movimento, in particolare quello della ruota, è un tema ricorrente nella sua opera, simbolo di una continua evoluzione e di una fragilità intrinseca. Le sue macchine, per quanto apparentemente funzionali, sono volutamente progettate per disgregarsi, rappresentando così la precarietà dell’esistenza umana e delle strutture sociali.

Un ritorno a Milano

Questa retrospettiva rappresenta un’occasione per riscoprire il legame profondo tra Jean Tinguely e la città di Milano, dove l’artista realizzò progetti emblematici come La Vittoria (1970), una performance indimenticabile di fronte al Duomo. Milano è sempre stata una tappa significativa per l’artista, che trovava nelle sue piazze e nei suoi spazi urbani un terreno fertile per sperimentazioni e performance d’avanguardia.

Concepita in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea, la mostra al Pirelli HangarBicocca si preannuncia come una delle tappe di rilievo delle celebrazioni per il centenario dell’artista. Curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane, Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli, l’esposizione offre una prospettiva completa sull’eredità di Tinguely, che ha saputo coniugare estetica, ironia e critica sociale.

Esperienza sensoriale

Le opere esposte, alcune di dimensioni monumentali, offriranno ai visitatori un’esperienza multisensoriale, in cui la componente sonora e il movimento meccanico saranno centrali. Questo viaggio nel mondo di Tinguely non è solo una celebrazione della sua carriera, ma anche un invito a riflettere sul rapporto tra uomo e macchina, sull’impermanenza dell’arte e sulla natura effimera della vita.

Jean Tinguely con Moulin à Prière nella Galleria Iolas, Parigi, 1963
© Museo Tinguely, Basilea
Jean Tinguely © SIAE, 2024
Foto Monique Jacot

Biografia di Jean Tinguely

Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991) è stato uno dei principali esponenti dell’arte cinetica del XX secolo. La sua opera si distingue per l’uso di macchine costruite con materiali di recupero, ingranaggi e motori che creano un effetto visivo e sonoro unico. L’artista svizzero ha esposto in prestigiose istituzioni internazionali come il Museum of Modern Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e il Moderna Museet di Stoccolma. La sua carriera è stata caratterizzata da una continua ricerca sulla transitorietà dell’arte, culminata nella fondazione del Museo Tinguely di Basilea, che ospita la più grande collezione delle sue opere.

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