[N]ell’ammaliante, leggendario, celebrativo mondo della corte rinascimentale, la pratica della vestizione rivestiva un ruolo fondamentale, in quanto confluiva verso un complicatissimo disegno iconografico atto a glorificare le imprese del principe e dei cortigiani. Duchi, duchesse e principesse investivano ingenti somme di denaro nell’acquisto di stoffe pregiate, orpelli sfarzosi, sontuosi monili, con l’intento di magnificare la propria immagine ed evidenziare la prestigiosa posizione sociale che occupavano:
Fin qui nulla di nuovo: che la corte sia per eccellenza il luogo dell’apparenza è cosa nota a tutti. Risulta invece alquanto insolito, e sicuramente degno di nota, il fatto che a quel tempo tessuti preziosi ed elaborati avessero un valore commerciale superiore a quello delle opere d’arte, compresi i capolavori commissionati ai grandi della pittura, come Rubens, Tintoretto, Correggio o Tiziano.
Non c’è quindi da stupirsi se quella del sarto – ma più ancora quella dei mercanti di stoffe – fosse all’epoca una professione assai remunerativa, tanto che chi la esercitava poteva commissionare ritratti ad artisti celebri e affermati.
“Ghè dei ritrat, ma in particolar / quel d’un sarto sì belo, e sì ben fatto / che ’l parla più de qual sisa Avocato, / l’ha in man la forte, e vu el vedè a tagiar” (La carta del navegar pittoresco, 1660). In questi pochi versi il Boschini esprime il proprio entusiasmo per Il sarto, opera di Moroni, oggi conservata alla National Gallery di Londra.
![Giovan Battista Moroni, Il sarto](https://stilearte.it/wp-content/uploads/2013/12/moroni-sarto.jpg)
In realtà il soggetto effigiato non è un sarto, bensì un venditore di pannine, di identità incerta: pare sia un membro della famiglia Marinoni di Desenzano d’Albino, in origine proprietaria di una bottega di pittori e in seguito trasferitasi a Venezia, dedita al commercio delle lane.
Giovan Battista Moroni è tra i primi artisti a rappresentare nei suoi dipinti i membri di una borghesia agiata e culturalmente aggiornata: finora i ritratti erano appannaggio quasi esclusivo di una ristretta élite aristocratica, ecclesiastica o finanziaria. La sensibilità dell’autore ci permette di entrare in diretto contatto con persone dotate di una schietta umanità, raffigurate con piena dignità e compostezza mentre svolgono le occupazioni di tutti i giorni.
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