La natura si rappropria rapidamente dei propri spazi. E figuriamoci cosa accade in un lungo lasso di tempo. Ma le pietre cospicue di alcuni edifici antichi crollati, pur essendo inframmezzate dalla presenza di albero e rovi, si rivelano candide, nel mucchio. E così è avvenuta la scoperta.
Mercoledì scorso, durante una spedizione archeologica nei pressi del villaggio di Samovodene, nella regione di Veliko Tarnovo, è stata scoperta una chiesa che si ritiene faccia parte del monastero esicasta del XIV secolo, costruito sotto il patrocinio dello zar Ivan Alexander. Questa scoperta è stata annunciata dal professor Vachev del Museo Regionale di Storia di Veliko Tarnovo, che ha diretto la spedizione.
Le caratteristiche architettoniche
Secondo le caratteristiche architettoniche della struttura, la chiesa sarebbe parte di un complesso monastico esicasta, un movimento di monaci ascetici cristiani ortodossi che promuovevano la pratica della preghiera interiore e del silenzio. La chiesa risale al XIV secolo ed è uno degli esempi più brillanti dell’epoca del Secondo Impero Bulgaro. Il professor Vachev ha evidenziato come la scoperta della chiesa sia strettamente legata al regno dello zar Ivan Alexander, che non solo patrocinò il progetto, ma partecipò personalmente alla sua costruzione, come riportato nelle fonti storiche.
Teodosio di Tarnovo e il monastero
Teodosio di Tarnovo, figura centrale del monachesimo bulgaro medievale, fu un intellettuale, riformatore e maestro del futuro patriarca Eutimio. Secondo i dati emersi dalla ricerca archeologica e incrociati con la “Vita di Teodosio di Tarnovo”, scritta dal patriarca ecumenico Callisto, gli archeologi credono che la chiesa scoperta fosse il tempio principale del monastero di cui Teodosio era abate.
Nella biografia si racconta che, dopo il 1359, Teodosio decise di ritirarsi in solitudine, e lo zar Ivan Alexander gli fece costruire una “bella” chiesa, non lontano dalla capitale Tarnovo. “La parola chiave è ‘bella’, e ciò che abbiamo scoperto nei resti architettonici dimostra chiaramente la bellezza della chiesa”, ha dichiarato il professor Vachev.
Prove a sostegno della scoperta
Un altro elemento significativo emerso dalla biografia è il fatto che lo zar avrebbe partecipato personalmente alla costruzione della chiesa, trasportando sabbia dal vicino fiume. Grazie alla descrizione della distanza tra il fiume e la chiesa, gli archeologi hanno misurato la distanza tra il sito e il fiume Yantra, risultata essere di 552 metri, confermando così l’ubicazione del monastero di Teodosio di Tarnovo.
Reperti significativi
Tra i reperti rinvenuti durante la spedizione vi sono un crocifisso in bronzo, un cucchiaio da comunione del XIV secolo e una cassetta per calchi risalente al XVIII secolo. “Spero che il metropolita Gregory di Veliko Tarnovo benedica la nostra impresa, in quanto si tratta di una celebrazione della Chiesa ortodossa bulgara”, ha affermato Vachev. I resti di pitture murali e i dettagli architettonici scoperti sono stati immediatamente conservati per evitarne il deterioramento.
Futuri sviluppi
Gli archeologi hanno inoltre anticipato che, durante la prossima spedizione, potrebbero essere scoperti i resti di San Romano di Tarnovo, abate del monastero e stretto collaboratore di Teodosio. Secondo le fonti storiche, San Romano soffrì di tubercolosi nei suoi ultimi giorni, una condizione che potrebbe essere verificata dagli antropologi tramite l’analisi dei resti ossei, come ha sottolineato il professor Vachev.
Finanziamento del progetto
Gli studi sul complesso monastico sono stati finanziati dal Comune di Veliko Tarnovo e da donatori privati, dimostrando l’importanza del progetto per la comunità e la storia del monachesimo bulgaro.