Stile Arte intervista Nazareno Savarino, selezionato tra gli artisti che pubblicano le loro opere nel sito, aperto a tutti, ART GALLERY WORLD – Stile arte newspaper www.facebook.com/groups/artgalleryworldstilearte/588567487899905/?notif_t=group_activity
Iniziamo con una breve scheda anagrafica. Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Sono siciliano di nascita (30.07.1961), emigrato all’età di otto anni a Milano, con la mia famiglia, in un epoca in cui il nord offriva lavoro. Ottavo di otto figli, i miei studi dell’obbligo sono all’insegna di quell’atmosfera di poca solidale accoglienza di un Nord che vede con sospetto e diffidenza il meridionale. L’iter del mio percorso artistico ha inizio da ragazzo, con gli studi in un liceo artistico e poi accademici, abbandonati, per arrivare, infine, alla frequentazione assidua di studi d’arte, con maestri quali Franco Salvotti e Sergio Graziosi. Il mio orientamento stilistico deriva in parte da un assunto formale classico, tuttavia soltanto come presupposto ideale. Ricerca, espressione, equilibrio, composizione di linea e colore, sono un punto fermo di studio.
Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Per comprendere, rimando agli album che sono nella Pagina: (Facebook: https://www.facebook.com/pages/Painting/400517190074614?fref=ts ). Ho diviso in modo indicativo i miei lavori. Nell’album Prometeus: ho collocato alcuni dipinti, prime esperienze e sperimentazioni, più che altro grafiche, dove negli anni ’80 la figura da me pensata e disegnata diventa veicolo per isole di colore. Forme dissezionate e assemblate in composizioni, dentro una scena surreale. Un esempio è il dipinto: “L’Arte antica e l’anima del presente”. Un complesso mucchio di incastri curve e cave, una ricerca di misura prospettica, un invisibile buco nel tempo irreale. Un compiuto gioco di linee e colori, insofferente fuga dal proprio io. Un dilemma inizialmente esistenziale? Forse. Risposte che non arrivano, esperienza giovanile, incongruenza . La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato? Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate? Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo?
La mia formazione e’ costellata da indecisioni formali derivanti da influenze visive di varia epoca e provenienza. Ci sono periodi in cui lo studio sulle figure di Michelangelo mi imprigionano in una forza di soluzioni plastiche. Momenti in cui il contrasto di luce e ombra di Caravaggio mi incatena. La luce viva e i colori caldi dei Veneti Giorgione e Tiziano e la caparbia forza di Tintoretto. Le mie esperienze scolastiche e non, rigurgitano di continuo rimandi e soluzioni. Il mio periodo formativo si può far risalire intorno agli anni ’80- ‘85, quando lo strumento del senso si affina sull’attenzione e gli stereotipi visivi si trasformano in accorgimenti e presupposti di collegamento. Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Le mie letture….? Varie, utili, disordinate, profondamente incisive. Camus e “Il mito di Sisifo ”. disumano sforzo dell’uomo condannato alla continua risalita sulla china esistenziale. IN pittura, la “ Deposizione di Caravaggio”, folgorante nella sua innovazione. Nietzche con i suoi aforismi prende per il bavero la morale e l’immorale perbenismo e insegna a disimparare.
Gli esordi come e dove sono avvenuti? Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione – abbiano inciso sull’attuale produzione?
Le mie prime mostre risalgono a gli anni ‘80. Un prete salesiano mi invita ad una collettiva. Tutto ha inizio in quella Milano nebbiosa, fredda e calda allo stesso tempo. Un corposo incontro tra artisti di vari estrazioni. Giudici e critici d’arte che battono colpi di randello e innaffiano con un bicchiere di vino le loro benedette frasi. Di quel periodo “Donna sola”(album PROMETEUS ) dove penso a Modigliani, ma non allungo la figura, anche se sono astigmatico. Non ci sono occhi, niente tratti. C’e’ il periodo che riguarda l’interesse che nutrivo intorno a quel mondo mitologico, con l’ immaginario che viaggia sulle ali di dei, semidei, ninfe, satiri, eroi epici e figure di leggenda, i quali vagano dentro e fuori un fantastico mondo di fantasia. Uno stimolo per l’ estro, un pungolo per il gioco di linee e colori. Un Mondo rissoso e provocatorio, un viaggio Fantasy nel passato, rivisitato in chiave moderna. Il periodo in cui vedo più specificamente gli equilibri e contrasti di colore e’ quello che segue la POP ART o meglio un riproporre quasi Glamour gli stereotipi ornamentali e pubblicistici della figura “uomo donna”, merce e simulacro consumato e consumistico della moderna era globalizzante. Attualmente, lavoro ancora sui modelli precedenti, anche se le soluzioni tecniche mi portano a considerare elementi che variano a secondo dei risultati.
Quali sono stati gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Ricordo i primi lavori realizzati su carta: era tutto ciò cui potevo permettermi. Poi, nel viaggio della mia avventura di artista ho conosciuto un rigattiere, il quale vede e si interessa. Con lui opero uno scambio commerciale: tele colori cornici e materiali utili di vario tipo. I miei quadri, buttati per terra dentro il suo negozio, prendono il via nei primi anni ‘90. Non ci sono grandi attese, i mercanti d’arte che bazzicano attorno alle mie tele, sfruttano e commerciano a buon mercato la mia produzione. Ma, tutto questo mi e’ utile, i miei quadri si muovono e cominciano a prendere piede, anche se, purtroppo, con compromessi. Era il periodo in cui molto maldestramente dovevo produrre una gran quantità di tele, per così dire, dipinte, che in mano ai mercanti d’arte diventavano merce. Questo periodo subisce un arresto quando la crisi colpisce ovunque e non risparmia nessuno. Il filone su cui si innesta questo periodo è quello rappresentato nell’album ULIXES. Lavori prevalentemente eseguiti a tempera acrilico e inchiostro di china, tecnica che, allora, trovavo congeniale. Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché?
Debbo molta riconoscenza al mio maestro Sergio Graziosi, di lui conservo un ricordo indelebile, mio primo mentore, scrupolosa guida e consigliere. Stima e riconoscenza al critico d’arte Renato Tomasina, il quale delinea un importante periodo verso la fine degli anni ‘90. Dei galleristi non dico, ma nel bene e nel male anche loro sono parte del mio cammino. Per collezionisti o comunque appassionati ho gratitudine per il ruolo di mecenatismo, oggi poco di moda. Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione?
Un’idea, una sensazione, un prurito dell’occhio, la mente elabora e incide un simulacro visivo. Schizzi e disegni. Forse un progetto. A volte i parametri possono sembrare ripetitivi, cambio registro e…. nel rigirare gli schemi, a volte trovo il bandolo. L’idea nasce, chissà? Attualmente lavoro con colori a olio, strato dopo strato, trasparenze e sfumature di toni. Figure e soggetti iniziati e forse mai finiti. Il problema e’ la conclusione. Quando si può ritenere effettivamente terminata un’opera? Come dire: “ A chi si addice la bellezza?”Limite.
Progetti nell’ambito espressivo e tecnico?
Spero di realizzare un affresco, chissà forse in una chiesa.
Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
No, nessuna galleria attualmente. Spero di trovarne, qualora qualcuno seriamente interessato mi proponga valide possibilità e validi motivi.
A parte lei – che diamo come autore da acquisire – può indicarci il nome di colleghi di cui acquisterebbe le opere nel caso fosse un collezionista?
Sono tanti gli autori della cui opera apprezzo il valore. Suggerisco un caro amico, Ernesto Trapanese che troverete sulle pagine Fb.
Contatti: Porto Badino Shangrillà II – 04019 Terracina (Lt) Cell. 338 9316002 – Fisso 0773 730995 email nazareno.savarino@alice.it