Scoperto sotto il terreno un ritratto funebre inciso nel 1305, un tempo rifinito con vernice rossa

Il personaggio - morto nel 1305 - è rappresentato in piedi e le mani giunte sotto un arco che simboleggia l'ingresso al paradiso. Ai suoi piedi è posto un libro d'ore con una rilegatura ornata di gigli

Il chiostro era presente fino XIV secolo, poi fu cancellato. E se ne persero, sul terreno, le tracce. Attualmente gli archeologi stanno portando alla luce i resti della galleria nord del chiostro stesso, alle spalle della Basilica, e le tracce degli edifici capitolari che hanno subito un profondo rimaneggiamento negli anni 1777-1778.Da marzo 2022 un team Inrap lavora in questo cantiere archeologico nel centro di Saint-Quentin, per conto dello Stato (Drac Hauts-de-France).

L’area dello scavo © Luc Couvée, Ville de Saint-Quentin
La lastra tombale con il ritratto del canonico © Luc Couvée, Ville de Saint-Quentin

“Come spesso accade, l’antico cortile del chiostro ospitava uno spazio funerario. – dicono gli archeologi dell’Inrap – Diverse sepolture risalenti al tardo medioevo arricchiscono i dati raccolti dagli archeologi. Sono stati inoltre riportati alla luce un forno e tre basi di calchi a campana risalenti al XVII secolo; sono le tracce del cantiere di ristrutturazione dell’edificio. Durante gli scavi sono state rinvenute tre lastre funerarie che coprono le tombe dei canonici, in pietra azzurra di Tournai, conservate nella loro collocazione originaria. Uno di essi è dedicato a un canonico morto nel 1305, “cappellano nella chiesa di monsignor Quentin”. Porta ancora le tracce di vernice rossa applicata nelle scanalature per rendere più evidente l’incisione. Queste tre nuove lapidi – portate alla luce nelle ultime settimane, ndr. – si aggiungono al primo elemento scoperto e depositato durante la diagnosi archeologica del 2017″.

© Luc Couvée, Ville de Saint-Quentin

La lastra è occupata dall’effigie incisa del defunto, rappresentato con un costume religioso. Un epitaffio è posto attorno al perimetro. Il personaggio è rappresentato in piedi e le mani giunte sotto un arco che simboleggia l’ingresso al paradiso. Ai suoi piedi è posto un libro d’ore con una rilegatura ornata di gigli. L’epitaffio è incompleto perché sul bordo danneggiato della lastra compare il nome del defunto: “[….] è deceduto nell’anno di grazia 1302, il martedì precedente la festa di Saint-Urbain di maggio. Prega [….]. » .

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Maurizio Bernardelli Curuz
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