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Si studia il Cirneco dell’Etna, il cane-scultura presente nell’arte antica, sulle monete e in incisioni arcaiche


Un convegno, a latere dell’esposizione canina, si è tenuto a Selinunte, località archeologica che si connette strettamente con questo cane-archeologico. “II Cirneco esiste in Sicilia dalle epoche più remote. – dicono i cinofili dell’Enci – Dallo studio delle razze mediterranee si deduce che il Cirneco debba trarre le sue origini da antichi cani da caccia allevati in età faraonica nella valle del Nilo e diffusi, in Sicilia dai fenici. Si può anche supporre sulla base di ricerche molto recenti che il Cirneco sia razza autoctona della Sicilia e precisamente della regione Etnea poiché i documentari di monete ed incisioni rivelano come il Cirneco colà esistesse sin da molti secoli prima della venuta di Cristo”.

Dal convegno è emerso che cirneco dell’Etna è presente in Sicilia da almeno tre millenni. I resti di questo cane elegante stanno in ritrovamenti fossili, in monete, nell’arte e in citazioni letterarie. Lungo il corso del fiume Simeto, fu portato alla luce – erano gli anni Sessanta – lo scheletro di un cane con cranio molto simile a quello del Cirneco, risalente a 1400 anni prima di Cristo.

L’opera di Piazza Armerina che rappresenta la caccia a conigli o lepri con i cirnechi. Probabilmente questo cane, utilizzato per la caccia, era uno status symbol dell’aristocrazia
Un bellissimo esemplare di Cirneco dell’Etna: la femmina Fiorita del Falco Rosso – Allevatore e proprietario, Marco Mustari – Allevamento del Falco Rosso di Marsala (TP)

Altri scheletri furono recuperati dalla necropoli del Fusco a Siracusa, mentre nella Villa del Casale, a Piazza Armerina, è raffigurata una muta di cirnechi. Ma il Cirneco ebbe la massima diffusione d’immagine quando le sue forme eleganti su monete, come la Dicracma di Segesta, che furono in circolazione in Sicilia tra il V e il III secolo avanti Cristo.

“Le forme eleganti e slanciate del cirneco non devono intendersi in contrasto con una costruzione comunque robusta, che deve far trasparire quella sana vigoria e forza fisica tipica del cane da lavoro . dicono gli esperti dell’Enci – La testa asciutta e ben cesellata presenta orecchie perfettamente dritte (emblema del cirneco), la canna nasale rettilinea. A caccia, ove il terreno lo consente, alterna un trotto rapido a tempi di galoppo non spinto. E’ particolarmente indicato per la caccia al coniglio selvatico, che cerca e scova in qualsiasi ambiente. Essenzialmente è un cane da cerca e può essere utilizzato anche per la caccia ad altri tipi di selvaggina”.