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S’inceppa l’aratro. Scende dal trattore. Un buco. Scheletri con oro e monete. Bambina. Orecchini. Uomo e donna. Super-medaglia



16 febbraio 2024 – Il terreno che cede all’improvviso, l’acqua che ha cambiato, con i depositi alluvionali – seppur parzialmente – la conformazione del campo. Può capitare. Punti di erosione, dilavati. Depressioni che si riempiono di terra e fango. Ed è chiaro che questi micomovimenti naturali del terreno incidono sulla possibilità di potenziali scoperte. La riduzione del terriccio, a livello di altezza, può infatti consentire a un aratro di intercettare reperti che in precedenza, erano qualche centimetro più sotto rispetto all’azione del vomere.

Ed eccoci nel recentissimo caso concreto. Un agricoltore che stava conducendo un trattore con l’aratro, ha avvertito un forte colpo del vomere e una resistenza del meccanismo di traino. Ha frenato, si voltato e ha notato una pietra di calcare, grande come come un’enciclopedia antica, sollevarsi, per un attimo, ricadendo verso il terreno. Immediatamente ha messo in folle il mezzo agricolo ed è sceso per controllare cosa fosse successo. Una tomba. Un omicidio?

Ha chiamato la polizia e il municipio di Nova Varbovka, un villaggio nel nord della Bulgaria I funzionari gli hanno chiesto cortesemente di tenere d’occhio l’area affinché nessuno si avvicinasse al buco. Il Comune avrebbe inviato al più presto un archeologo.
E così è stato. L’archeologo ha portato alla luce quella che appare come un tomba familiare. O comunque quella che rimane di essa, considerato che, nei secoli, si è perso l’alzato. Un piccolo monumento, un segnacolo, qualcosa che dovesse indicare la sepoltura. Sotto, invece, la tomba era rimasta presocché intatta. Stabilito che i resti scheletrici erano antichi, le operazioni sul campo sono state condotte dagli archeologi Kalin Chakarov e Nedko Elenski e dall’esperta museale Michaela Tomanova. Il sesso e l’età dei sepolti sono stati determinati da Nadezhda Atanassova dell’Istituto nazionale di morfologia, patologia e antropologia sperimentale dell’Accademia bulgara delle scienze.

Gli archeologi hanno trovato una tomba che ha ospitato i resti di una famiglia. Nella prima tomba era stato deposto un bambino o una bambina di uno o due anni, in quella accanto due adulti, uno accanto all’altro: una donna di circa 45-49 anni e un uomo di circa 50-60 anni.
Nonni e nipote? Genitori e figlia? Il ricco corredo funerario – gioielli, monete e vasi risale alla prima metà del III secolo. L’analisi del DNA degli scheletri non è stata ancora effettuata, ma l’analisi antropologica ha suggerito che si trattasse di unatomba familiare, probabilmente collegata ad una villa romana dei dintorni, che però non è ancora stata scoperta.

Insieme al bambino-a – noi siamo più propensi a ritenere che fosse una bambina – sono stati trovati, un paio di piccoli orecchini d’oro, gioielli per bambini fatti di perle di vetro, un’anfora di ceramica per il vino e due lacrimaria di vetro, deliziosi vasi di vetro che erano usati per oli profumati.

Nella necropoli è stata rinvenuta un’anfora, che probabilmente conteneva vino, parte del rito funebre.

Nella tomba dell’uomo e della donna sono stati trovati squisiti orecchini da donna in oro, un pendente dorato con una perlina e una fibula placcata in argento e diversi tipi di metallo.
Le stesse strutture funerarie mostrano che le persone sepolte erano probabilmente di alto rango. Per la tomba sono stati utilizzati mattoni, pietre e malta, con intonaco di malta all’interno, che solo i ricchi potevano permettersi, ha detto l’archeologo Chakarov.

Si può supporre che la famiglia fosse residente nell’alto rango di Nicopolis ad Istrum. Probabilmente avevano una villa rustica nella zona. Le ricerche sul sito di Nicopolis ad Istrum hanno dimostrato che i ricchi proprietari terrieri vivevano nei loro possedimenti d’estate e tornavano in città d’inverno.

L’uomo era certamente legato alla vita politica della città e comunque era discendente di una delle famiglie cospicue della vicina città. Nella tomba è stato infatti trovato un particolare medaglione di Caracalla. Questo bellissimo medaglione fa parte di una serie molto emozionante di monete di grande valore emesse da tre magistrati, Ioulios Anthimos, M. Aurelious Alexander e M. Kairellious Attalos per commemorare la visita dell’imperatore Caracalla a Pergamo nel 214. La moneta mostra il suo ingresso in città, i templi che visitò, gli onori che rese al dio protettore di Pergamo Asclepio e i giochi tenuti in suo onore.

Nicopolis ad Istrum era probabilmente la città di riferimento di questa famiglia, forse di origine romana, forse discendente da qualche valoroso soldato dell’impero romano.

Le sue rovine si trovano nel villaggio di Nikyup. 20 km a nord di Veliko Tarnovo, nel nord della Bulgaria . La città raggiunse il suo massimo splendore durante i regni di Adriano , degli Antonini e dei Severi. Gli scavi archeologici continuano a rivelare nuove informazioni sulla città.
Il sito si trovava alla confluenza dei fiumi Iatrus ( Yantra ) e Rositsa , dove l’esercito romano sotto l’imperatore Traiano era stato ammassato pronto per l’attacco nell’inverno del 101-2 alla tribù Roxolani del nord del Danubio e che erano alleati dei Daci.

La città fu fondata da Traiano intorno al 102-106, come indicato sulla scena XXXIX della Colonna Traiana , in ricordo della sua vittoria nelle guerre dei Daci sui Roxolani e anche delle successive vittorie nel 105, e come Ulpia Nicopolis in suo onore usando il nome della sua famiglia , o nomen . Tuttavia il nome Nicopolis ad Haemum fu usato nella Geographia di Tolomeo risalente a prima del 130.

Traiano intendeva chiaramente che diventasse una magnifica città, cosa che si va via via verificando. Il carattere monumentale della città risale però soprattutto ad Adriano e Antonino Pio (138-161) e le iscrizioni rinvenute non sono anteriori al 136 quando era in uso il nome Ulpia Nicopolis ad Istrum . La nuova agorà comprendeva una monumentale stoa ionica e una sontuosa sala dalla funzione sconosciuta.

La città prosperò nuovamente nel II e III secolo sotto la dinastia dei Severi (193-235). Nel 193 la città dotò Settimio Severo , allora ancora pretendente al trono, di 700.000 denari (una fortuna per l’epoca) per i quali è ricordata in un’iscrizione copia della lettera di ringraziamento indirizzata alla città dall’imperatore, dopo che gli successe. . Successivamente fece diverse visite alla città. La presenza della moneta lascerebbe intendere che l’uomo sepolto appartenesse alla fazione legalista che sosteneva Caracalla. E che il medaglione sia stato collocato nella sepoltura per un preciso valore simbolico.

Proprio nel 212 circa il titolo onorifico Ulpia non fu più utilizzato nelle iscrizioni pubbliche sa questa città, il che si ritiene sia il risultato del dispiacere di Caracalla nei confronti della città dopo la sua visita nel 211-212. Erano presenti elementi di sotterranea resistenza? Quel che è certo è che Caracalla chiuse la zecca della città, che perse il suo status di civitas stipendiaria nonché la sua prosperità economica.