Anna Dormio, sparare al cielo con fotocamera e pistola per lacerare sublime e pittoresco
L’opera esibisce il cielo nella sua ripetitiva quotidianità. I cieli sono stati fotografati in varie parti del mondo, in maniera ossessiva, talvolta giornalmente.
Secondo un procedimento illusivo il cielo, astratto, impalpabile, immateriale, inesistente, viene sparato una prima volta con il “click” della macchina fotografica istantanea, ottenendo il risultato reale, fisico (e bidimensionale) di quel che solo l’occhio umano è in grado di vedere: un cielo azzurro costretto tra quattro margini. In seguito i cieli sono stati sparati con una pistola a piombini ad aria compressa, lacerando immediatamente la verginità di tale sublimità. La cronaca della crudeltà è rivelata ma questo atto di violenza risulta essere ancora una volta fallimentare e nullo
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