Bertel Thorvaldsen

La bellezza che vince il tempo: Maria Fjodorova e Thorvaldsen

Una donna, bellissima, la cui immagine è stata fermata nel tempo dallo scalpello immortale di Bertel Thorvaldsen: il suo nome è Maria Fjodorova Barjatinskaja nata von Keller. Nell’estate del 1818 il diplomatico russo, principe Ivan Ivanovic Barjatinskaja, si trovava a Roma con la moglie Maria, dagli alteri e distaccati tratti prussiani, e fu, in quell’occasione, che commissionò allo scultore danese il ritratto a figura intera della consorte. L’opera, secondo quanto riportato nel contratto del 4 agosto, avrebbe dovuto essere consegnata tre anni dopo, con il pagamento della somma di tremila scudi. Thorvaldsen avviò immediatamente la modellazione del busto e del bozzetto per far seguire, in autunno, la realizzazione dell’opera in altezza naturale. Nel 1819 la sua bottega iniziò la traduzione della statua in marmo, ma per motivi a noi sconosciuti non venne mai ritirata.
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Thorvaldsen – Giove-aquila, il suo giovane amante e la partita a dadi con Cupido

Il tema di Cupido e Ganimede che giocano a dadi, non particolarmente frequentato nella scultura e nella pittura del periodo, prende spunto da un avvenimento, tratto dal mito greco degli Argonauti, che vede Afrodite cercare il figlio Amore per far divampare nel cuore di Medea la passione per Giasone e lo trova a giocare a dadi con Ganimede.
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