Balla e le chiocciole, il manifesto della cucina futurista
Corre l’anno 1922. Al termine di una visita allo studio di Giacomo Balla, Alberto Cappa, futuro cognato di Marinetti, così descrive l’atelier su “Rassegna dell’Arte e del Lavoro”: “E’ la fucina di un mago del colore: quadri, paraventi, lampade pendono da ogni dove in una mischia di toni.
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