jacopo tintoretto

Tintoretto, la pelle luminosa della casta Susanna: struttura, impaginazione, “regia” e significato dell’opera

L’atmosfera, all’apparenza serena – sul fondo si muove, accarezzando la superficie di un laghetto, un gruppo di anatre mentre, poco distanti, due cervi si abbeverano -, nasconde però una doppia insidia. L’attenzione dell’osservatore è immediatamente attirata dalla figura in primo piano, quella di Susanna, che, in virtù di un utilizzo della luce sapientemente studiata da Tintoretto, risplende nella sua carnagione chiara – che prevale su una vegetazione ombrosa – simile ad una dea pagana più che ad un’eroina biblica
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“Tintoretto era quasi nano. Con un trucco prospettico allungò il proprio corpo”

Il pittore veneziano – sostiene lo storico dell’arte Erasmus Weddigen -, nel Miracolo di San Marco diventa regista-attore, inscenando lo schiavo torturato. La somiglianza fisionomica, infatti smaschera l’artista. La sua posizione supina, fortemente scorciata, e l’ombra che cerca di celare la zona dl bacino e, di conseguenza, parte delle gambe dell’uomo, avvalorano la tesi che l’autore abbia utilizzato la prospettiva per compensare un difetto fisico
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