olocausto

Aldo Gay – Una matita nel cuore del dramma

Aldo Gay ricostruì in presa diretta, utilizzando il lapis come una macchina fotografica, la deportazione degli ebrei italiani ad Auschwitz-Birkenau, a partire dalla razzia nel ghetto di Roma. Non smetteva mai di disegnare quest’uomo dalla dignità straordinaria, nemmeno nei momenti di maggior difficoltà e incertezza, quando l’unica via di scampo sembrava la fuga: “Tutti fuggono portandosi via alla meglio tutto il trasportabile, lunghe carovane di asini con carichi di materassi, cibarie e mobilia”, scrive Gay nel suo Diario dei nove mesi. E disegna donne sconvolte con fagotti in testa; cavalli e buoi che trasportano enormi e pesanti carichi; una madre che stringe fra le braccia la sua bambina, quasi a nasconderla e a proteggerla, sotto l’ampio cappotto, dallo sguardo beffardo e spietato dei soldati nazisti, che si prendono gioco di lei minacciandola con una pistola...
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