Tesori, tombe e proiettili per catapulte trovati in Puglia durante gli scavi a Muro Leccese

Tra gli elementi particolarmente curiosi - ne diamo anticipazione, in attesa della conferenza stampa relativa a un primo bilancio delle indagini 2022 - una palla per catapulta, una tomba con un contenitore offertoriale di bronzo, un supporto graffito - un gioco o uno schema di memorizzazione -.

Si è conclusa, nei giorni scorsi, la nuova campagna archeologica a Muro Leccese, che ha portato alla luce interessanti reperti, oggetto di studio nei prossimi mesi, in correlazione con le strutture individuate.
Tra gli elementi particolarmente curiosi – ne diamo anticipazione, in attesa della conferenza stampa relativa a un primo bilancio delle indagini 2022 – una grossa sfera per catapulta, una tomba con un contenitore offertoriale di bronzo, un supporto graffito – un gioco o uno schema di memorizzazione – copiosi materiali ceramici. Questi sono sono alcuni dei numerosi oggetti rinvenuti durante l’estate

Muro Leccese è un comune di 4 810 abitanti della provincia di Lecce, in Puglia, situato nella parte centro-meridionale del Salento. E’ stato uno dei più importanti centri messapici, di cui rimangono rilevanti reperti archeologici.

Le indagini archeologiche condotte negli ultimi anni dall’Università del Salento in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e con il Comune di Muro Leccese hanno permesso di scrivere la storia antica della città.

La storia di Muro Leccese inizia nell’VIII secolo a.C., quando un villaggio iapigio, composto da nuclei di capanne distribuiti ‘a macchia di leopardo’ su una vasta superficie, occupa il territorio. L’ubicazione e l’estensione del villaggio coincidono in parte con quelle, ben note, della successiva città messapica. Accanto alle ceramiche di produzione locale sono presenti vasi di produzione greca, collegati con il consumo del vino, e probabilmente arrivati nella penisola salentina attraverso il porto di Otranto.

Nella seconda metà del VI secolo a.C., parallelamente a quanto avviene in altri centri della Messapia, si colgono i segni di una prima, profonda trasformazione del villaggio dell’età del ferro. Abitazioni a pianta rettangolare subentrano alle capanne e l’uso della pietra nelle strutture prevale su quello del legno e dell’argilla.

La costruzione di strade e l’organizzazione programmata degli spazi testimonia lo sviluppo di una nuova organizzazione in senso urbano, confermata anche dalla presenza di una comunità più articolata sotto l’aspetto sociale ed economico. Abitazioni, tombe e ceramiche greche d’importazione documentano la formazione di gruppi gentilizi dotati di un ruolo dominante sulla comunità e che per autorappresentarsi usano forme tipiche delle aristocrazie greche. Compaiono le prime attestazioni di scrittura, in lingua messapica e a carattere religioso e funerario. L’abitato sembra tuttavia conservare ancora l’articolazione ‘a macchia di leopardo’ della fase precedente.

Nella seconda metà del IV secolo a.C. l’abitato antico di Muro Leccese riceve una nuova trasformazione. La costruzione della potente cinta muraria a blocchi, i cui resti ancora oggi ‘segnano’ il paesaggio murese, definisce e delimita la nuova area urbana, che sembra concentrarsi in un unico spazio ben definito, abbandonando alcuni nuclei periferici. Le caratteristiche architettoniche delle mura, spesse 3 metri, alte 7 e lunghe quasi 4 chilometri, e la programmazione del loro tracciato indicano la notevole capacità di spesa e il forte controllo politico del gruppo che ha disegnato la nuova forma della città. La sua estensione (107 ettari) la colloca ora tra i centri più grandi della Messapia, accanto a Ugento e a Rudiae. I contatti con il mondo greco sembrano perdere di intensità: le ceramiche di produzione locale prevalgono su quelle di importazione e la tecnica di costruzione delle case è la stessa del periodo arcaico. La costruzione di nuclei funerari gentilizi all’interno delle mura testimonia la persistenza delle aristocrazie.

Lo scontro tra Roma e i Messapi alla metà del III secolo a.C. coinvolge direttamente e in modo pesante il centro di Muro Leccese, sicuramente assediato, conquistato e saccheggiato dalle truppe romane. Questo avvenimento segna la fine della città messapica in quanto tale, anche se l’abitato mostra i segni di una continuità di vita limitata a singoli settori. Saranno questi ultimi a rappresentare i nuclei che nelle epoche successive daranno luogo a forme diverse di abitato, fino alla formazione dell’attuale centro storico tra XV e XVI secolo.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz