di Redazione
Stile Arte è un quotidiano di arte e archeologia, fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz
Questo sigillo simboleggiava la povertà, l’omosessualità o la compagnia di Cristo dell’Ordine? Se lo sono chiesto in questi giorni i colleghi del quotidiano di storia e antropologia Ancient origins. A nostro giudizio la risposta sta nella Bibbia. E vedremo perché, non prima d’aver percorso, pur rapidamente, la storia dell’ordine glorioso che divenne potentissimo, ma che fu annientato da un re che intendeva eliminare un potenziale avversario, incamerando tutti i suoi enormi beni.
“I Cavalieri Templari, un leggendario ordine militare monastico forgiato tra gli incendi delle Crociate , continuano ad affascinare il pubblico del 21° secolo. – scrive Ancient origins – Dal momento della loro fondazione nel 1119 d.C. fino alla loro dissoluzione nel 1312 d.C., la missione dei Templari fu quella di difendere i regni cristiani in Terra Santa dalle varie potenze musulmane che cercavano di riportare la regione al dominio islamico. Al servizio di questa missione, l’ordine fuse due istituzioni distintive dell’alto medioevo: il cavaliere a cavallo e il pio monaco. A quel tempo, questo rendeva i Templari una sorta di enigma. Come può qualcuno essere allo stesso tempo un pio monaco e un feroce guerriero? Gli stessi Templari cercarono di rispondere a questa domanda nella loro simbologia, che si rivelò sconcertante quanto l’ordine stesso”.
I cavalieri templari, ufficialmente noti come Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone (o di Gerusalemme), in latino Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis (o Hierosolimitani), furono uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani medievali.
La nascita dell’ordine si colloca nella Terrasanta, al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo la prima crociata indetta nel 1096. In quell’epoca le strade della Terrasanta erano percorse da pellegrini provenienti da tutta Europa, che venivano spesso assaliti e depredati. Per difendere i luoghi santi e i pellegrini, nacquero diversi ordini religiosi. Intorno al 1119, un gruppo di cavalieri decise di fondare il nucleo originario dell’ordine templare dopo essersi staccato dall’obbedienza al Priore dei Canonici Regolari del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dandosi il compito di assicurare l’incolumità dei numerosi pellegrini europei che continuavano a visitare Gerusalemme. L’ordine venne ufficializzato nel 1129, assumendo una regola monastica con l’appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Il doppio ruolo di frati (sebbene comunemente considerati monaci) e combattenti, che contraddistinse l’ordine templare negli anni della sua maturità, suscitò naturalmente perplessità in ambito cristiano.
L’ordine templare si dedicò nel corso del tempo anche ad attività agricole, creando un grande sistema produttivo, e ad attività finanziarie, gestendo i beni dei pellegrini e arrivando a costituire il più avanzato e capillare sistema bancario dell’epoca. Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza, l’ordine si inimicò il re di Francia Filippo il Bello e andò incontro, attraverso un drammatico processo iniziato nel 1307, alla dissoluzione definitiva nel 1312, a seguito della bolla Vox in excelso di papa Clemente V, che sospese l’ordine in via amministrativa. Le recenti ricerche storiche hanno rivelato in maniera inequivocabile che papa Clemente V, in realtà, così facendo, decise di non decidere: non voleva creare un nuovo scisma con la corona francese (come minacciato da Filippo il Bello) così, per evitarlo, sospese l’ordine del Tempio senza condannarlo.
“Uno dei simboli più enigmatici dei Templari era il sigillo di cera : due cavalieri che cavalcavano un unico cavallo. Nel Medioevo , le persone utilizzavano i sigilli per proteggere le comunicazioni importanti dalla falsificazione, agendo come una firma. Tutti, dagli individui alle organizzazioni, avevano il proprio sigillo unico. Sebbene le immagini sui sigilli potessero essere relativamente semplici e dirette, a volte trasmettevano messaggi più sottili. Il messaggio del sigillo dei Templari è sempre stato aperto a interpretazioni”.
Il più popolare, secondo Andrew Latham, lega il destriero condiviso al voto di povertà dei Templari . Un altro traccia un collegamento con il Vangelo di Matteo , dove una figura rappresenta un cavaliere e l’altra Gesù Cristo. Questa interpretazione deriva da un passaggio biblico in cui Cristo dice: “Perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io con loro”. L’idea è che i due cavalieri su un unico cavallo incarnino la compagnia sempre presente di Cristo con i Templari che si erano riuniti nel suo nome.
“Come parte di una campagna per screditare i Templari, alcuni suggerirono che i due cavalieri simboleggiassero l’omosessualità che si diceva fosse dilagante all’interno dell’ordine. -scrive Andrew Latham – Alcuni propongono che i due cavalieri rappresentino una dualità all’interno dell’ordine stesso . Il singolo cavallo potrebbe significare l’unificazione dei loro ruoli apparentemente contrastanti di monaco-guerriero.
Il sigillo – che reca l’immagine dei due cavalieri sullo stesso cavallo, con lancia e con la scritta “Sigillum Militum Xpisti”, a nostro giudizio si riferisce a un tema presente sia nella Bibbia che nel Vangelo e in tutta la letteratura cristiana. Chi vive in Dio o in Cristo non è più solo. In particolare la citazione principale potrebbe giungere dal Libro di Isaia (Isaia 41:10):
Tu, non temere, perché io sono con te;
non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio;
io ti fortifico, io ti soccorro,
io ti sostengo con la destra della mia giustizia.
E possiamo immaginare il valore che potessero assumere queste parole per ogni singolo cavaliere, pronunciate sotto la celata, in momenti drammatici o di paura o di sconforto.
La presenza di due figure combattenti alluderebbe, al contempo, alla potenza dei Templari che, grazie alla vicinanza di Cristo-Dio, combattono con forza raddoppiata per una giusta causa. Come sintesi del pensiero cristiano legato alla non solitudine del Cristiano, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) ha recentemente scritto il libro “Con Dio non sei mai solo”. I due uomini combattenti alludono anche alla fratellanza che vigeva all’interno dell’Ordine. Fratellanza che diviene mutuo soccorso.