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Vi piace ancora Guttuso o è datato? Il pittore in 5 punti. E il video delle opere


Renato Guttuso
1) Nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 dicembre 1911, ma i genitori, liberali, che sono in contrasto con il Comune e che sognano per il figlio un futuro da “capoluogo” ne denunciano la nascita il 2 gennaio a Palermo. Il padre di Renato è agrimensore e acquerellista dilettante. E’ lui che lo introduce alla pittura; a 13 anni, dopo aver frequentato lo studio dell’artista Domenico Quattraciocchi e la bottega del pittore di carretti siciliani, Emilio Murdolo, Renato firma e data i primi quadri che ritiene dotati di compiutezza.Nel 1928, diciassettenne, partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.La famiglia durante il fascismo viene messa in difficoltà sul piano economico da una progressiva emarginazione politica. Lui fa il liceo a Palermo, si iscrive all’università, perfezionando la pittura e avvicinandosi ad intellettuali comunisti.
2) Nel 1933 abbandonò definitivamente gli studi universitari per dedicarsi alla sola pittura e si trasferì a Roma. Nel 1935, a Milano per il servizio militare, conobbe Manzù, Birolli, Fontana, Antonio Banfi. Nel lungo soggiorno di tre anni a Milano, nel corso dei quali non mancava però di tornare in estate a Bagheria, maturò l’arte “sociale”, con un impegno morale e politico via via più scoperto, che si rivelava in quadri come Fucilazione in Campagna, fra il ’37 e il ’38, Fuga dall’Etna in due stesure, per poi consacrarsi alcuni anni dopo in opere rappresentative della massima espressione del realismo sociale di Guttuso come La Spiaggia (1955) e Carretti a Bagheria (1956). Nel 1940 si iscrive al Partito comunista italiano, del quale successivamente disegnerà il simbolo
3) L’opera di Guttuso nasce sotto un forte punto di vista ideologico ed è di matrice realista. Per Guttuso si tende a parlare di neorealismo – aderì al Fronte nuovo delle arti – mentre, in genere, si rifiuta, per i suoi lavori, la definizione di realismo socialista, anche se questa pittura propagandistica sovietica è la matrice estetica grazie alla quale egli è riconosciuto come pittore del popolo oppresso e vincitore da parte dei vertici del Partito comunista italiano, incapaci di riconoscere altre forme d’arte. I soggetti dei quadri alternano grandi movimenti d’uomini e donne, manifestazioni, fucilazioni eventi di natura popolare a nature morte in cui spiccano i peperoni, simbolo della sua Sicilia. Egli osserva molto Courbet, per l’intenso realismo, Millet, per la pittura sociale di matrice contadina, e fa proprie alcune idee di Picasso, riportandolo a una dimensione realistica e al punto d’incontro estetico tra i murales messicani e la pittura di carretti. A livello di situazioni anche Goya è un lontano maestro.
4) Dopo aver dipinto anche grandi quadri di soggetto apparentemente religioso – nei quali Cristo è una sorta di proto-comunista ucciso dal potere – l’artista, per lungo tempo campione e punto di riferimento del Partito comunista, diventa l’artista di riferimento ufficiale per il Pci di Berlinguer che cerca la terza via la comunismo, che tende al compromesso storico con i cattolici popolari e che pone le basi, pur da lontano, a quell’unione che sarebbe stata il Pd. Guttuso che ha cercato di unire nelle opere le varie immagini popolari dell’Italia, diviene un simbolo anche del nuovo corso. Sarà parlamentare del Pci per due legislature, dal 1976 al 1979. proprio di tempi di Berlinguer
5)Nella seconda metà degli anni Sessanta la figura femminile divenne dominante nella pittura come lo fu nella vita privata. Di particolare importanza la serie di dipinti in cui ritrasse Marta Marzotto. Guttuso la conobbe a Milano, nel 1967, e fu sua amante nonostante entrambi fossero sposati. Lui la chiamava “libellula d’oro” e “nuvola bionda” e non tollerava un’altra relazione clandestina della Marzotto, quella con l’intellettuale Lucio Magri: arriverà a dipingerlo nella forma di un orango. La storia di Guttuso con la Marzotto piacque molto al popolo comunista che vedeva in questa vicenda la rivincita sessuale e sentimentale del proletariato sui borghesi e gli aristocratici. Tra le opere maggiori di Guttuso “La Crocifissione”, “I funerali di Togliatti”, “La Vucciria” forse il capolavoro del maestro, che fonde natura morta, pittura di figura, veduta architettonica e osservazione di un ambiente popolare. E’ il 1974. La tela misura 3 metri per 3. L’artista morirà a Roma nel 1987.